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Loris Capirossi: “Giro ancora in pista, ho un’Aprilia MotoGP. Quando posso lavoro nella mia officina”

Intervista a Loris Capirossi su tutto: dalla comunicazione radio al sistema di punteggio in MotoGP, dal ruolo di direttore gara alla sua vita di oggi.
A cura di Fabio Fagnani
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Loris Capirossi è uno dei piloti italiani più amati nella storia della MotoGP. Tre titoli mondiali, ma "potevano essere minimo sei", 328 gare disputate, 29 vittorie. Pilota aggressivo, irruento, ma sempre leale e onesto. Oggi, da ormai diversi anni, ricopre il ruolo di  direttore di gara per Dorna, un compito complesso, a volte stressante, ma fondamentale. Ne ha parlato, tra passato, presente e futuro, a Fanpage.it.

Come stai, Loris?
Molto bene. Sono sempre in giro, oggi, però, sono in officina a lavorare su un progetto personale. Ho appena acquistato una Cagiva Freccia C9, una moto storica che sto sistemando. Amo lavorare sui miei piccoli progetti ogni volta che posso.

Il nuovo calendario 2025 è una piccola rivoluzione.
Sì, si parte dalla Thailandia, dopo anni in cui la stagione cominciava in Qatar. Anche i test partiranno in Thailandia e il rischio pioggia dovrebbe essere superato. Poi andremo per Sud America, Stati Uniti e poi si va Europa. A livello logistico è molto meglio per gli spostamenti dei team e delle moto. Per i piloti non cambia molto, perché quando c'è una gara la concentrazione è al massimo in ogni situazione e in ogni circuito. Però, correre in Inghilterra così presto rispetto al solito potrebbe aumentare il rischio di pioggia. Rimane comunque una sfida entusiasmante. E dopo il filotto europeo si torna in Asia per poi concludere a Valencia.

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Dopo il disastro dello scorso anno il circuito verrà ripristinato in tempo?
Sì, certo. Ci hanno dato tutte le rassicurazioni del caso. È doveroso tornare lì, lo dobbiamo alla popolazione che ha vissuto una tragedia.

Tra le novità, due circuiti europei tornano nel calendario.
Brno, in Repubblica Ceca, è sempre stato un circuito fantastico. Da quando ha cambiato proprietà ci ha chiesto di rientrare nel calendario e ha accettato tutte le nostre richieste di modifiche per garantire maggior sicurezza. Sarà molto bello rivedere Brno durante la stagione. Mentre Balaton Ring, in Ungheria, è un tracciato completamente nuovo, studiato anche per le auto, ma sta subendo importanti adattamenti per la MotoGP e anche se abbastanza piccolo, sarà moto divertente.

È sempre complesso apportare le modifiche ai circuiti. Qual è stato il più complicato da migliorare?
Assen, prima del 2006, era la cattedrale del motociclismo. Le modifiche necessarie per la sicurezza hanno cambiato il tracciato, ma è sempre un circuito speciale. La sicurezza deve sempre essere prioritaria, anche se a volte si perde un po’ del fascino originale della pista. Forse, Assen, è quella che ha perso un po' più di magia rispetto agli altri.

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Parliamo un po' dei circuiti cancellati: il caso di Finlandia e Kazakistan.
Sul perché non si sono mai corsi i GP di Finlandia e Kazakistan è semplice: al Kymi Ring, in Finlandia ci sono stati parecchi problemi economici che hanno prima frenato e poi definitivamente fermato il progetto. In Kazakistan, invece, sono andato diverse volte e i lavori sembravano procedere molto bene, ma poi un'alluvione ha impedito lo svolgimento della gara. Tuttavia, il circuito kazako è pronto e potrebbe tornare in futuro all'interno del calendario. Vedremo. Sarebbe un peccato "sprecare" tutto quel lavoro e quegli investienti.

Parlando del tuo ruolo, in chiave sicurezza, qual è il momento più difficile?
La decisione di esporre la bandiera rossa è una responsabilità enorme, soprattutto in caso di condizioni meteo estreme. Abbiamo monitor ovunque, ma a volte i piloti ci chiedono perché non fermiamo una gara un giro prima. È sempre una decisione complessa. Basta un minuto, un secondo, di differenza tra prima e dopo e può accadere di tutto. È davvero stressante e complesso.

Si smette mai di essere piloti?
Io non ha mai abbandonato completamente il piacere di guidare. Ogni anno giro ancora in pista, anche con una MotoGP, ho la fortuna di avere un'Aprilia. Questo mi aiuta a capire meglio le sensazioni dei piloti e restare in contatto con loro e comprendere al meglio le loro necessità durante il weekend di gara. Le moto di oggi sono estremamente fisiche, grazie all’aerodinamica avanzata e alle gomme moderne. È incredibile quanto siano migliorate rispetto alla mia epoca.

Novità tecnologiche, parliamo della comunicazione radio. Tu da ex pilota cosa ne pensi?
La comunicazione radio è un tema interessante. Io sono a favore. Ai miei tempi, nel 2004, la tecnologia non era all’altezza. Oggi stiamo testando nuovi sistemi, ma saranno i piloti a decidere se adottarli o meno. Al momento, la comunicazione tramite dashboard funziona molto bene, ma se i piloti decideranno di usarla, allora diventerà obbligatorio.

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La Sprint Race è stata un successo da un punto di vista dello spettacolo, ma sono anche utili?
Le Sprint Race hanno portato un grande spettacolo. Se sbagli nella Sprint, hai comunque la gara principale per rifarti. Questo aiuta i piloti a crescere e rende i weekend più intensi. Certo, c’è chi teme che si perda l’attesa per il main event, ma i dati dimostrano che i circuiti sono pieni anche il sabato.

È da un po' che si parla del sistema di punteggio, ma dopo il 2024 se ne parla ancor di più. Tu cosa ne pensi? Va cambiato?
Le regole sono uguali per tutti. Certo, può sembrare ingiusto che due quarti posti valgano più di una vittoria, ma cambiare il sistema richiederebbe una riflessione approfondita. non si può fare da un giorno con l'altro, serve tempo e attenzione perché questo sistema di punteggio c'è da tantissime stagioni.

Ma il mondiale appena passato lo ha perso Bagnaia o lo ha vinto Martin?
Devo dire che stiamo parlando di due piloti molto forti. Ho visto un'intervista di Pecco in cui ha detto che, se non fosse caduto a Portimão dopo il contatto con Márquez, sarebbe stato campione del mondo. Quindi, uno impara dalle cose. Però credo che Martin abbia portato a casa di più ed è stato campione del mondo. Per lo sport, secondo me, è stato molto bello, perché Pecco aveva già vinto due titoli, mentre Martin ha avuto la possibilità di riscattarsi dopo esserci andato vicino in passato. Entrambi sono grandi campioni.

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Con l'acquisizione di Liberty Media dovremo aspettarci una MotoGP sempre più simile alla Formula 1?
Manca ancora l'ok da parte dell'Antitrust dell'Unione Europea, ma arriverà presto. Ci sono tante novità in ballo, ma vedremo. Il nostro campionato è sempre stato unico per la presenza di tre categorie. Anche se in futuro ci saranno cambiamenti, perdere Moto3 o Moto2 sarebbe un errore. Queste categorie formano i campioni di domani e rappresentano l’essenza del motociclismo.

Chi è stato il suo idolo da bambino?
Senza dubbio Fausto Gresini. Abitava a pochi metri da casa mia e lo spiavo ogni sera, troppo timido per avvicinarmi. Mai avrei immaginato che un giorno avremmo corso insieme e che mi avrebbe aiutato a vincere il mio primo titolo.

Hai mai qualche rimpianto per quel contatto con Harada che ti ha permesso di vincere il mondiale di 250?
No, assolutamente. Io e Harada siamo amici, ci sentiamo spesso e abitiamo entrambi a Montecarlo e ci vediamo spesso. Io ci ho sempre provato, ero un pilota aggressivo e per questo ho perso tanto. Probabilmente avrei potuto vincere sei mondiali, ma non ho rimpianti. Ho corso sempre con lealtà e sportività.

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