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Lo sforzo disumano di Espargaro nel GP India della MotoGP: il cuore andava a 198 battiti al minuto

Il GP d’India della MotoGP ha messo a dura prova il fisico dei piloti costretti a correre in condizioni estreme e sottoposti ad uno sforzo fisico disumano: tra tutti Pol Espargaro è un odi quelli che ha corso i rischi maggiori trovandosi costretto a rallentare a causa di una frequenza cardiaca che aveva raggiunto i 198 battiti al minuto.
A cura di Michele Mazzeo
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Il primo GP d'India della storia ha messo a dura prova il fisico dei piloti della MotoGP sottoposti in alcuni casi a sforzi disumani. Le elevate temperature unite ad un vertiginoso tasso di umidità fin dal primo giorno di prove sulla pista del Buddh International Circuit avevano allarmato i centauri di tutte le tre classi del Motomondiale che avevano chiesto e ottenuto la riduzione dei giri da disputare in gara per motivi di sicurezza. Questo però non è bastato ad azzerare i rischi per i protagonisti del campionato motociclistico più prestigioso al mondo.

L'esempio più lampante sono state le condizioni di Jorge Martin al termine della gara con lo spagnolo, giunto secondo alle spalle del vincitore Marco Bezzecchi dopo un acceso duello finale con Fabio Quartararo, che ha avuto bisogno delle cure del dottor Charte poiché arrivato stremato, senza forze (non riusciva a stare in piedi tanto che si è dovuto accasciare a terra nel momento in cui è sceso dalla sua moto nel sottopodio) e con la vista appannata.

Ma il pilota della Pramac, ora seriamente in lotta per il titolo Mondiale con il distacco dalla testa della classifica ridotto a soli 13 punti dopo la caduta di Pecco Bagnaia a Nuova Delhi, non è stato l'unico ad essere stato sottoposto ad un enorme sforzo fisico nel corso della gara della MotoGP del GP d'India 2023 a causa delle estreme condizioni in cui si è corso. Anche per l'alfiere del team GasGas Pol Espargaro la corsa sul tracciato indiano è stata un vero e proprio calvario dal punto di vista fisico, trovandosi addirittura in una situazione talmente pericolosa da convincerlo a ridurre l'andatura per terminare la gara senza riportare conseguenze gravi.

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A rivelarlo è stato lo stesso centauro spagnolo: "Ho perso molto tempo perché mi sentivo molto debole fisicamente, ho ridotto di circa mezzo secondo al giro. Se non avessi mollato, non avrei finito la gara" ha infatti confessato dopo aver tagliato il traguardo in tredicesima posizione. Una decisione presa nel momento in cui si è accorto dello sforzo disumano che stava facendo, cioè quando ha visto che il suo cuore stava battendo all'impazzata come mai capitatogli prima d'ora: "Non avevo mai raggiunto i 198 battiti al minuto. Sono rimasto molto sorpreso, perché non raggiungo questa frequenza nemmeno a casa quando mi alleno in bicicletta. Questa gara è molto estrema" ha difatti aggiunto il più piccolo dei fratelli Espargaro.

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Un grande rischio quello corso dunque dal 32enne di Granollers che, secondo la celebre ‘Formula di Cooper', avrebbe una soglia massima di frequenza cardiaca sotto sforzo pari a 160 battiti al minuto. Evidente dunque che la riduzione dei giri di gara inizialmente previsti (passati da 24 a 21) sia stata quantomai provvidenziale ma non sia bastata a rendere meno estremo il primo GP d'India della storia della MotoGP.

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