L’imbarazzante silenzio di Hamilton a Imola, lo chiamano ma la radio resta muta per 15 giri
Nel GP di Imola l'uomo più vincente della storia della F1 Lewis Hamilton ha probabilmente toccato il punto più basso della sua leggendaria carriera in Formula 1. Il sette volte campione del mondo, dopo una qualifica che lo ha visto eliminato già nel Q2 e una Sprint Race in cui non è riuscito a guadagnare alcuna posizione, alla domenica è stato protagonista di una gara completamente anonima passata costantemente dietro all'AlphaTauri di Pierre Gasly e alla Williams di Alexander Albon che lo hanno preceduto fin sul traguardo tagliato in tredicesima posizione. A completare la debacle imolese del 37enne della Mercedes è arrivata anche l'umiliazione di vedersi doppiare da quel Max Verstappen con cui fino a sei mesi fa duellava per il titolo iridato nonché la prestazione del compagno di squadra George Russell che, con la sua stessa macchina, è comunque riuscito a terminare al quarto posto.
Il discorso consolatorio del team principal Toto Wolff alla fine della corsa già avevano lasciato intuire lo sconforto vissuto da Hamilton durante il GP dell'Emilia Romagna, ma analizzando i team radio andati in scena nel corso della gara c'è un particolare che rende ancora più evidente l'imbarazzo provato dal plurititolato pilota per l'inedita situazione che si è trovato ad affrontare. Contrariamente a quanto ci ha abituato nel corso della sua carriera, nei 62 giri effettuati sul circuito di Imola non solo non si è quasi mai lamentato della sua vettura ma per lunghi tratti è stato addirittura in silenzio anche quando il suo fidato ingegnere di pista, Peter Bonnington (l'ormai celebre "Bono"), provava a mettersi in contatto con lui.
La cronologia dei team radio fatti dal pilota inglese nel corso del GP di Imola evidenzia infatti un Lewis Hamilton abbattuto già dai primi giri nei quali si limita solo a parlare del consumo delle gomme. Lo spento 37enne torna a farsi vivo solo diversi giri dopo il pit-stop per lamentarsi del fatto che la pista non offra punti in cui effettuare sorpassi e per chiedere alla Direzione di Gara l'abilitazione del DRS. Al 29° giro (poco prima di metà gara) l'inglese alza definitivamente bandiera bianca: "Sono così lento sul rettilineo, amico" sono infatti le ultime parole del sette volte campione del mondo prima di piombare in un assordante silenzio radio durato per 15 lunghe tornate.
Nessuna reazione da parte di Hamilton, nessuna lamentela, nessuna comunicazione, nemmeno quando Bonnington gli comunica che Max Verstappen si sta avvicinando e poi quando gli intima di spostarsi per lasciarsi doppiare dall'olandese della Red Bull. Per riascoltare la voce di Hamilton in radio bisogna infatti attendere il 44° giro quando, dopo aver cambiato mappatura, se ne esce con uno sconsolato "Niente di buono" prima di chiedere quanti giri mancano alla fine di quella gara che per lui si era trasformata in un supplizio. Quindi ecco una piccola reazione di orgoglio tra il 54° e il 55° giro nel momento in cui Verstappen lo sta per doppiare nuovamente dopo essersi fermato per il secondo pit-stop ("Mi serve più potenza!") per poi arrendersi all'evidenza ("Credimi che se c'era margine per il sorpasso lo avrei fatto molto prima, ma non ho proprio grip qui fuori") e ripiombare nel silenzio fino al traguardo quando cioè è arrivato il messaggio di scuse da parte di Toto Wolff.