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Lewis Hamilton spara a zero su Helmut Marko: “Non sono sorpreso dai suoi commenti razzisti”

Nei giorni scorsi Helmut Marko della Red Bull aveva utilizzato un’espressione razzista nei confronti di Sergio Perez. Marko si è poi scusato con il pilota, ma ciò non è bastato a Lewis Hamilton, che da Singapore ha commentato quella vicenda.
A cura di Alessio Morra
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Lewis Hamilton non ha un rapporto idilliaco con tutto il mondo Red Bull, anche recentemente è stato al centro di una polemica con Max Verstappen, tema: i rispettivi compagni di squadra. Stavolta il sette volte campione del mondo scende in campo e se la prende con Helmut Marko, il super consulente del team austriaco, che aveva usato un'espressione razzista nei confronti di Sergio Perez, salvo poi scusarsi. Ma Lewis non gliel'ha fatta passare liscia e da Singapore ha mandato un messaggio molto preciso.

Il dottor Marko (che da dicitura nel sottopancia della Formula 1) è stato fondamentale in tutti i successi della Red Bull, è stato lui a scoprire Max Verstappen e sull'olandese ha puntato quando era poco più che maggiorenne. La sua devozione per Max è nota, ma questa non basta per evitargli (di tanto in tanto) qualche tirata di orecchie. I rimproveri invece sono all'ordine del giorno per Sergio Perez che, seppur con fatica, il suo lo sta facendo. Dopo un bell'avvio, una serie di gare complicate, ma tra Spa e Monza si è rimesso al passo e ha stabilizzato il suo secondo posto.

Sergio Perez ha commentato le parole di Helmut Marko.
Sergio Perez ha commentato le parole di Helmut Marko.

Le critiche per il messicano, comunque, arrivano e a Servus TV tra Monza e Singapore Marko ha detto: "Perez a Monza ha fatto sicuramente uno splendido weekend, forse uno dei migliori in assoluto. Sappiamo che ha problemi in qualifica, ha alti e bassi. È sudamericano, non è così completamente concentrato mentalmente come Max o Sebastian, per esempio”. Apriti cielo. In Messico l'hanno presa malissimo, sui social pure.

Il dottor Marko si è dovuto cospargere il capo di cenere e si è scusato in pubblico e in privato con il pilota messicano, che ha accettato le scuse dicendo, sempre da Singapore: "Ovviamente quei commenti possono apparire molto irrispettosi, leggendoli in modo isolati. Ma conosco Helmut e avendo un rapporto personale mi aiuta a comprenderlo. So che non intendeva dire quanto di negativo appare e non mi sono offeso". La Red Bull ha confermato le scuse di Marko. Caso chiuso.

Il dottor Helmut Marko con Horner e Verstappen a Spa.
Il dottor Helmut Marko con Horner e Verstappen a Spa.

E invece no. Perché Lewis Hamilton, che si batte (giustamente) per mille cause diverse e in particolare per l'inclusione a Singapore ha commentato quelle parole e lo ha fatto con durezza: "Le parole di Helmut Marko sono state del tutto inaccettabili, non sono qualcosa per cui si chiede scusa e tutto va bene, penso bisognerebbe fare di più. Ci sono molte persone sullo sfondo che stanno davvero cercando di combattere questo genere di cose, ma è difficile muoversi se ci sono persone ai vertici che hanno quel tipo di mentalità che ci impedisce di progredire". 

Poi il pilota Mercedes ha rincarato la dose dicendo di non essere stupito dai commenti di Marko: "Ciò che ha detto Marko onestamente non mi sorprende. Da un lato diciamo che non c’è spazio per la discriminazione in questo sport, dall’altro sentiamo dei leader affermare certe cose. Non è positivo per noi, non è positivo per la Formula 1. Tutto ciò mette in evidenza quanto lavoro vada ancora fatto sotto questo frangente. Molte persone, anche all’interno del paddock, cercano di combattere questo tipo di cose, ma si tratta di una missione difficile ed è un peccato".

Lewis Hamilton è quarto nel Mondiale Piloti di Formula 1.
Lewis Hamilton è quarto nel Mondiale Piloti di Formula 1.

Marko non ha molti peli sulla lingua, è noto per essere una persona schietta anche se talvolta ha idee balzane, come quando durante il lockdown propose un camp per i piloti della famiglia Red Bull: "Abbiamo quattro piloti di Formula 1, e otto o dieci junior. L’idea è di organizzare un camp dove potremmo riempire questo tempo di gare – mentalmente e fisicamente – un po’ morto. E questo sarebbe un momento ideale per contrarre l’infezione. Parliamo di ragazzi giovani, forti, in ottima salute".

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