Lewis Hamilton non è il miglior pilota della storia (ma la colpa non è sua)
Lewis Hamilton ha vinto il titolo Mondiale per la settima volta. L'inglese ha eguagliato così il record di Michael Schumacher, un primato che anni fa sembra inattaccabile. E invece il pilota della Mercedes ci è riuscito. Lo ha fatto perché è un grande campione e lo ha fatto anche perché guida una Mercedes stellare, e (forse) pure perché non ha avuto troppi avversari di grande livello. Questo un po' la danneggia. Perché nonostante sia un campione vero, c'è chi dice che la mancanza di altri fenomeni e una vettura strepitosa lo hanno agevolato nel diventare l'uomo dei record della Formula 1.
I numeri e tutti i record di Hamilton in F1
94 vittorie, l'ultima proprio in Turchia, 97 pole position, 7 titoli Mondiali. Numeri incredibili. Da fenomeno, da cannibale. Numeri che hanno solo i numeri uno, i campioni veri. Hamilton lo è, non solo per i numeri, ha disputato e vinte gare straordinarie, è migliorato di anno, è diventato (quasi) perfetto. Ma per molti appassionati, moltissimi esperti, piloti, ex piloti, uomini del che vivono nel Motorsport non è all'altezza di Michael Schumacher o di Ayrton Senna.
Perché Hamilton per molti non è il miglior pilota di sempre
Non viene considerato il migliore di sempre. Perché Schumacher e Senna sono dei miti assoluti, e pure perché l'effetto nostalgia rende il passato sempre più bello, inoltre Michael è il grande simbolo della Ferrari. Ma Hamilton paga anche ‘colpe' non sue. Perché il suo dominio è stato quasi incontrastato. Ma in realtà non è così. Perché il primo titolo dell'era Mercedes se l'è dovuto sudare, lo ha vinto in rimonta e all'ultima gara contro Rosberg che due anni dopo gli ha restituito il ‘favore'.
Mentre nel 2017 e nel 2018 la Ferrari con Vettel ha sognato il Mondiale, ci ha pensato concretamente per metà della stagione, ma poi ha vinto lui: ‘Re Lewis'. Poi altri due titoli: 2019 e 2020, in Turchia sono diventati 7. Un dominio totale questo del britannico che ha segnato una lunga era, ha avuto pochi rivali, e quei pochi, in genere, li ha stritolati. Ma la sua grandezza c'è, è evidente, resta e resterà. E forse un giorno, non troppo lontano, Lewis verrà posto sullo stesso livello di Senna, Fangio e Schumacher.