Lewis Hamilton nella leggenda tra Mohamed Alì, Schumacher e Senna
Lewis Hamilton è campione del mondo per la settima volta. In Turchia il pilota inglese della Mercedes ha eguagliato il record di Michael Schumacher. Doveva vincere il titolo 2020, era favoritissimo, ha vinto e in modo meraviglioso. Hamilton è una leggenda di questo sport perché da anni sta strappando record ai vecchi proprietari, ma lo è anche per il suo grandissimo impegno nella vita pubblica, quello che va al di là delle piste. E piaccia o no Lewis è veramente un esempio da prendere a modello.
Hamilton come il mito Mohamed Alì
Il 35enne pilota britannico ha sempre detto di avere nel suo pantheon di miti anche Mohamed Alì, pugile straordinario che era un fenomeno anche fuori dal ring. Le sue scelte le ha vissute sulla sua pelle, ha cercato letteralmente di cambiare il mondo ed è diventato un simbolo, un faro. Hamilton sta facendo la stessa cosa. Si espone, non ha paura, lo fa con coraggio, fregandosene delle critiche. Perché quando in Primavera Lewis si è esposto dopo l’uccisione di George Floyd e ha iniziato a combattere la battaglia ‘Black Lives Matters’ si è preso tante critiche, anche da ‘senatori’ della F1 come Bernie Ecclestone, Jackie Stewart e Mario Andretti. Lui ha proseguito per la sua strada ha manifestato in piazza, insieme a migliaia di persone, a Londra con un cartello a giugno, perché per Hamilton i dritti civili sono qualcosa d’importante. Lo ha detto pure alla vigilia del Gp della Turchia: “I successi in pista sono importanti, ma le battaglie fuori dalla pista contro il razzismo e le diseguaglianze non sono situazioni che si possono paragonare”.
Lewis e i record di Schumacher
In questo 2020 è riuscito a battere il record di vittorie in Formula 1 di Michael, che ne ha conquistate 91. Hamilton vincendo nove gare è salito a quota 93. Il giorno del pareggio, al Nurburgring, l’inglese è stato omaggiato da Mick Schumacher, che gli ha regalato un casco del papà. Dire chi è più forte tra i due è inutile, ognuno sceglierà il suo eroe. Ma certo che l’inglese ha cercato di imitare il ‘Kaiser’ della Ferrari, ci è riuscito e ha fatto pure meglio, numeri alla mano.
Hamilton e Senna
Sono sempre stati paragonati per tanti motivi, non solo perché sin da quando è arrivato in Formula 1 Hamilton aveva detto che Ayrton era il suo eroe, non solo per il casco giallo (che Lewis non ha più) né perché entrambi hanno un rapporto molto intenso con la fede. Sicuramente Hamilton è l’unico a poter reggere il confronto con Senna nel giro secco. Come il brasiliano il 44 della Mercedes vive molto spesso nelle Qualifiche come fosse in un’altra dimensione, la famosa frase detta da Ayrton dopo le Qualifiche del Gp Monaco del 1988 calza a pennello: “Ho guidato solo seguendo il mio istinto, sono come sprofondando in un’altra dimensione. Ho avuto paura, perché sono andato ben oltre le mie capacità”. Lewis Hamilton spesso è riuscito a fare questo. Anche lui spesso quando corre riusce a isolarsi, e come si direbbe adesso si è creato la sua ‘bolla’ e così spesso ha realizzato giro da qualifica memorabili come quello di Singapore di due anni fa e quello della seconda gara d’Austria di questo 2020, diluviava, ma lui volava, era stato perfetto, come se per lui l’acqua non stesse battendo a Spielberg.