Leclerc e Binotto non si parlano più, tensione in Ferrari: inizia tutto quattro mesi fa
Il Mondiale della Formula 1 2022 sta per volgere al termine ma alla vigilia dell'ultimo round di Abu Dhabi in casa Ferrari la tensione è altissima. La notizia del licenziamento di Mattia Binotto con Frederic Vasseur al suo posto dal 2023 sembra difatti aver fatto esplodere la polveriera nel team di Maranello e la successiva smentita della scuderia del Cavallino (che lascia comunque molti dubbi) non sembra aver risolto la situazione.
Secondo le ultime indiscrezioni circolanti nel paddock infatti all'interno della squadra vi sarebbe un clima rovente già da diversi mesi creato dal congelamento dei rapporti tra il team principal e il pilota Charles Leclerc (che, insieme all'ad di Stellantis Carlos Tavares, sarebbe il principale sponsor per l'arrivo in rosso di Vasseur che lo ha lanciato in Formula 1 ai tempi dell'Alfa Romeo).
I tanti errori commessi dal muretto della Ferrari in questa stagione e il fatto di non aver avuto i gradi di prima guida rispetto a Carlos Sainz (già causa della lite andata in scena a Monza lo scorso anno) avrebbero infatti esasperato il malumore del driver monegasco (venuto fuori anche nei roventi team radio nell'ultimo GP del Brasile) che avrebbe già tempo chiuso i rapporti con Mattia Binotto.
Secondo quanto rivelato dal quotidiano francese L'Equipe infatti dopo le tensioni e le incomprensioni della prima parte di stagione, la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata l'animata discussione andata in scena nel paddock di Silverstone al termine del GP della Gran Bretagna nel quale il 25enne di Monte-Carlo era stato penalizzato da una controversa strategia della Ferrari che aveva favorito la vittoria del compagno di squadra Carlos Sainz.
L'immagine di Binotto che punta più volte il dito indice contro la faccia di Leclerc rimproverandolo per la frustrazione espressa pubblicamente ha fatto il giro del mondo ed evidentemente non è stata apprezzata dallo stesso driver che, secondo la testata transalpina, da allora non rivolgerebbe la parola al team principal. Se ciò fosse confermato, anche la famosa cena andata in scena tra i due a Monte-Carlo qualche giorno dopo non avrebbe avuto l'effetto pacificatore sperato.
Quattro mesi senza parlarsi avrebbero quindi inevitabilmente portato la tensione alle stelle all'interno della scuderia mettendo anche la proprietà in una complicatissima situazione dato che, qualora non si riesca a riportare il sereno tra i due (cosa che appare al quanto improbabile dati anche gli ultimi sviluppi), questo clima sarebbe deleterio per tutta la squadra e per il raggiungimento di quel titolo mondiale che a Maranello attendono da 15 anni.
Inevitabile dunque che, in questo caso, bisognerebbe scegliere tra l'uno e l'altro. L'ardua decisione toccherebbe al presidente John Elkann che, secondo quanto riporta invece il Corriere della Sera, si frequenta e parla spesso con Charles Leclerc con cui tra l'altro la scorsa estate (dopo l'episodio di Silverstone) ha trascorso anche una giornata sui kart in Francia portando con sé anche i figli. Il numero uno del Cavallino finora, almeno pubblicamente, si è tenuto lontano dalla questione e anche nella striminzita nota ufficiale con cui si è smentita la notizia del licenziamento già deciso di Binotto per far posto a Vasseur non si è esposto né con una dichiarazione né firmando il comunicato né tantomeno confermando la fiducia al suo attuale team principal.
Resta da capire il perché di questo comportamento da parte del capo supremo della Ferrari messo comunque in una scomodissima situazione: qualunque decisione prenderà a riguardo infatti potrebbe risultare deleteria per il futuro della scuderia. Se confermasse Mattia Binotto difatti si ritroverebbe un team principal in rotta con il pilota più talentuoso e sul quale si è deciso di puntare per arrivare a riportare a Maranello l'agognato titolo.
Se invece arrivasse Vasseur di certo Leclerc, che sarebbe indiscutibilemte rimesso al centro del progetto, sarebbe contento ma, oltre a dover ricominciare da zero un progetto iniziato quattro anni fa, a nutrire malumore sarebbe l'altro alfiere del Cavallino Carlos Sainz (il cui contratto è stato da poco prolungato fino al 2024) che di fatto si vedrebbe certificare la "retrocessione" a secondo pilota della scuderia. E oltretutto, qualora davvero la scelta fosse fatta per avallare le richieste di Leclerc, rappresenterebbe anche un cambio epocale nella politica della squadra di Maranello che, prima con il Drake Enzo Ferrari e poi con i suoi successori, ha sempre messo le ragion di squadra al di sopra delle pretese dei singoli piloti.