Le storie tese di Alonso e Vettel, hanno rischiato l’incidente per colpa dei compagni di scuderia
Scintille in pista. Team radio roventi. Manovre azzardate e altre come estremi rimedi per non farsi del male. Rivalità esasperata e agonismo che rischia solo di far danni. Nella Sprint Race sulla pista di Interlagos è successo di tutto al punto che Fernando Alonso, quasi sospirando, si lascia sfuggire sbuffando: "Ancora un Gran Premio ed è finita".
Dovrà armarsi di santa pazienza fino ad Abu Dhabi poi lascerà tutto alle spalle e ingoiare pure il boccone amaro di una sanzione che lo ha lasciato di stucco. L'ex ferrarista ce l'ha con il compagno di scuderia in Alpine, ce l'ha con Esteban Ocon che gli ha danneggiato la vettura a causa delle collisioni. E si ritrova punito.
"Sfortunatamente ci sono stati molti duelli troppo ravvicinati – le parole del pilota spagnolo -. È tutt'altro che l'ideale quando certe cose succedono con il tuo compagno di squadra, ma è stato un po' così tutto l'anno".
Cosa è successo? In curva 4 il primo urto, quando Alonso ha provato a passare Ocon ma l'ostruzionismo dell'amico/nemico sarà fatale. Pochi metri dopo il copione s'è ripetuto: le due auto si sono toccate due volte nel primo giro, una situazione che ha finito col creare problemi al Team oltre che ai piloti per le conseguenze di quel tiro alla fune finito male: Alonso è stato costretto a rientrare ai box per cambiare l'ala anteriore e quale fosse il suo stato d'animo lo spiega bene la conversazione con i collaboratori al muretto esprimendo tutta la propria frustrazione attraverso la radio.
"Ho perso l'ala anteriore grazie al nostro amico – è il commento ironico del pilota asturiano -. Mi ha spinto alla curva 4 e poi alla fine del rettilineo. Ben fatto…". Al danno si aggiunge anche la beffa di una sanzione: penalità di 5 secondi e -2 punti per aver causato il contatto con Ocon. Com'è possibile? Il rapporto degli steward sottolinea un passaggio fondamentale: "ha ammesso di aver leggermente valutato male il momento di ritirarsi e ha colpito Ocon da dietro".
Storie tese anche in Aston Martin per il comportamento di Lance Stroll che ha ripetuto sull'asfalto brasiliano la stessa manovra pericolosa che aveva tolto il fiato ad Alonso in occasione del Gran Premio di Austin. Questa volta a rischiare grosso è stato l'ex campione del mondo Red Bull ed ex ferrarista, Sebastian Vettel. Lo ha mandato sull'erba con le auto lanciate in quel tratto di tracciato: in pieno rettilineo, a 300 km/h e con il DRS attivo per perfezionare il sorpasso.
Dieci secondi di penalità sul tempo di gara è la sanzione che gli steward hanno inflitto a Stroll ma il pilota tedesco non ha digerito affatto quell'atteggiamento al limite dell'irresponsabilità e quando in seguito è riuscito a superarlo gli ha fatto un gesto di stizza col dito molto eloquente… diceva già tutto su quale sarebbe stato il tono della discussione e del ‘chiarimento' nel chiuso della scuderia.
"Volevo avvicinarmi mi trovavo all'interno della traiettoria e quando era a metà mi ha mandato fuori pista – ha ammesso Vettel a Sky Sport -. Abbiamo perso solo molto tempo… mi sarebbero bastati anche paio di giri per prendere Magnussen". Cosa avrebbe comportato? Mettere al sicuro un punto in classifica costruttori e tallonare l'Alfa Romeo. È andata diversamente.