L’assurdo divieto imposto ai piloti della Dakar 2024: messe al bando tutte le bandiere
Il prossimo 6 gennaio 2024 partirà la 46a edizione della Dakar che per la quinta volta si svolgerà interamente in Arabia Saudita. L'appuntamento di rally tra i più famosi e affascinanti al mondo che terrà inchiodati gli appassionati per 13 tappe fino al 19 gennaio. A tutti i partecipanti però è arrivata in questi giorni una richiesta un po' particolare da parte dell'organizzazione, appoggiata dalla FIA: su tutti i mezzi non potranno essere esposte le bandiere dei rispettivi Paesi.
La notizia è trapelata in questi giorni e secondo le prime indiscrezioni la Amaury Sport Organization ha deciso di contattare tutti gli equipaggi in gara iscritti per la Dakar 2024. In totale, tra moto, quad, auto e camion sono 25 scuderie rappresentati di oltre 10 nazionalità differenti per un totale di oltre 700 concorrenti che schierano più di 400 veicoli. Tutti sono stati raggiunti da una mail ufficiale in cui è stato richiesto un accorgimento assolutamente inedito.
L'ASO, che gestisce la competizione, ha chiesto che vengano da subito rimosse le bandiere nazionali dalle portiere dei veicoli, ma anche qualsiasi riferimento alla propria nazionalità dalle motociclette. La spiegazione con cui gli organizzatori hanno accompagnato tale richiesta è stata la "misura preventiva" adottata durante la competizione, per salvaguardare l'incolumità di tutti i partecipanti, rimasti ovviamente sorpresi da questa scelta senza precedenti.
Ma l'avvallo è arrivato anche dalla stessa FIA che ha aggiunto nel suo regolamento speciale per la Dakar 2024, pubblicato lo scorso 30 novembre, una nota aggiuntiva, menzionando specificatamente l'argomento: "Nessuna bandiera di nazionalità del pilota e del copilota deve essere apposta accanto ai rispettivi nomi". Il tutto per evitare possibili ripercussioni nei confronti dei partecipanti o dei team a rappresentanza dei diversi Paesi. Il clima teso e instabile a livello geopolitico avrebbe così contribuito alla scelta finale, anche perché l'edizione 2024 della Dakar si correrà in una vera e propria "bolla" creata ad hoc: non ci sarà alloggiamento in hotel o albergo delle varie città che si toccheranno, ma solo pernottamenti in accampamenti organizzati ad ogni fine tappa per evitare contatti diretti e situazioni potenzialmente pericolose.
Un cambiamento che l'ASO e la FIA hanno ritenuto essenziale, anche a memoria di quanto accadde due edizioni fa, quando nel 2022 il pilota Philippe Boutron fu vittima di un attentato e gravemente ferito a Jeddah dopo che il suo veicolo esplose, così come il camion assistenza della pilota Camelia Liparoti, atto rivendicato in seguito da organizzazioni criminali. La ferrea organizzazione non vuole dunque lasciare alcunché al caso da quando, il prossimo 31 dicembre, i primi equipaggi faranno capolino in Arabia per presentarsi pronti ai primi di gennaio con il classico prologo del 5 e la partenza ufficiale nel giorno dell'Epifania.