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L’assurda storia del miliardario respinto all’ingresso della sua azienda perché arrivato in Peugeot 205

Bernard Arnault è il 5° uomo più ricco al mondo, di recente ha diversificato il suo business investendo anche nel calcio e nella F1. A lui è appartenuta una Peugeot 205 GTI a cui è legato un episodio particolare.
A cura di Maurizio De Santis
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Bernard Arnault è il quinto uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 183 miliardi di dollari ma gli è capitata una disavventura incredibile quando un giorno, presentatosi all'ingresso di una delle sue aziende, una guardia giurata lo ha bloccato perché viaggiava a bordo di una vettura molto comune: una Peugeot 205. Non poteva credere che un uomo della sua levatura potesse spostarsi a bordo di quel veicolo più spartano rispetto a vetture ultra-accessoriate e di ben altro segmento di mercato, che in pochissimi possono permettersi. Invece, era tutto vero.

La guardia giurata incredula: non lo aveva riconosciuto

La persona che si trovò davanti era (ed è) la stessa che ha il suo nome legato a marchi di lusso come Tiffany & Co., Moët & Chandon e Louis Vuitton che spiccano su un totale di circa 75 aziende operanti nel campo della cosmesi, della moda e in altri settori finanziati che alimenta la sua fama di investitore di successo. Non la riconobbe subito, si accorse poco dopo di cosa aveva combinato per quell'eccesso di zelo nei confronti del "padrone".

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La versione modificata della Peugeot 205 GTI voluta dal magnate

Il magnate francese acquistò nel 1990 una Peugeot 205 GTI (130 CV, con motore 1.9 a benzina, 3 porte, dotata di cambio manuale). La preferì rispetto alla possibilità di lasciarsi comodamente trasportare da un'autista a bordo di un grande berlina blindata, scortato da una guardia del corpo. Quanto alla propria sicurezza, dotò la vettura (carrozzeria e vetri) di un particolare sistema di blindatura (resistenza B2) che resiste a colpi di pistola non di grosso calibro. Unica concessione che fece al lusso, fu volere che gli interni fossero tutti in pelle (un optional non previsto per quel tipo di modello). Quelle variazioni moltiplicarono il prezzo della macchina (costò ben cinque volte in più rispetto al prezzo praticato da una concessionaria) e anche il peso (con quadi 500 kg di carico aggiuntivo), particolare quest'ultimo che comportò anche un adeguamento dei freni, delle sospensioni e di altre parti meccaniche della Peugeot.

La tenne per sé fino al 2009, dopo aver percorso 15 mila chilometri salvo venderla. Quell'auto appartenuta ad Arnault è divenuta oggetto di culto da parte di collezionisti ed è stata più volte messa all'asta nel corso degli anni: nel 2018 venne acquistata e pagata 37 mila e 500 euro, adesso è di nuovo all'incanto per una somma di circa 60 mila euro (come risulta dall'annuncio pubblicato sul sito specializzato automobilepriveebybordeaux.espacevo.fr).

Chi è Arnault, nel suo business anche calcio e una partnership con la F1

Il fiuto per gli affari ha condotto Arnault di recente anche sui campi di calcio e sulle piste di Formula 1, allargando la sfera degli interessi e differenziando il suo business: ha acquistato la maggioranza delle azioni del Paris Fc (club capitolino che milita nella Ligue 2 francese, l'equivalente della Serie B italiana) e la sua Louis Vuitton ha stipulato una partnership globale di dieci anni (a partire dal 2025) con il mondo della F1. In passato il suo nome spuntò anche nella ridda di indiscrezioni sui possibili, nuovi proprietari del Milan ma venne smentito ogni interesse per i rossoneri.

Ecco perché, provando a immedesimarsi nei panni dell'uomo che era in guardiola, si può immaginare lo stupore provato nel momento in cui ha realizzato chi aveva di fronte e perché era a bordo di quella macchina che sembrava una normalissima utilitaria. In realtà, non lo era considerate le caratteristiche e le modifiche volute da Arnault.

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