L’appello di Jean Todt, basta sciacalli su Schumacher: “Lasciamolo tranquillo, non sanno niente”
Il prossimo 29 dicembre saranno 10 anni da quel maledetto giorno in cui la vita di Michael Schumacher è cambiata per sempre in maniera irreversibile. L'incidente sugli sci in un fuori pista sulle nevi di Meribel, in Francia, tolse dalla scena uno dei campioni più amati e vincenti nella storia dello sport, tuttora detentore del record di Mondiali di Formula 1 vinti, sette, alla pari con Lewis Hamilton. Da allora il tedesco, oggi 54enne, è completamente sparito, inghiottito in una nuvola di intangibilità che ne ha accresciuto il mito al prezzo altissimo del dolore dei suoi cari e di tutti quelli che gli vogliono bene.
Michael "c'è ma è diverso", ha spiegato la moglie Corinna, diventata da quel giorno la sua infermiera personale che non lo abbandonerà mai, a costo di "vivere come una prigioniera", come ha svelato recentemente Eddie Jordan. Prigioniera di un passato di felicità che non tornerà mai, ma anche materialmente di una villa – a Marbella, nelle Baleari – trasformata in una clinica di lusso per una sola persona, che ha bisogno di assistenza 24 ore su 24. Tutto quello che non può dargli sua moglie, glielo mettono a disposizione medici e infermieri a servizio praticamente fisso al capezzale di Schumacher.
È il massimo dell'assistenza che una persona possa avere, grazie ovviamente alle disponibilità non accessibili a tutti del pilota tedesco. La sensazione che scaturisce dalle testimonianze che di tanto in tanto saltano fuori da parte dei pochissimi che possono fare visita a Schumi è che tutto quello che poteva essere fatto per recuperare il più possibile del Michael che fu è ormai alle spalle e adesso si tratta di accompagnarlo nel miglior modo possibile in questa fase meno ‘presente' della sua vita.
Tra chi non ha mollato il campione della Ferrari, assieme al quale ha fatto la storia del Cavallino, c'è il suo ex team principal Jean Todt, diventato negli anni un amico fraterno di Schumacher. Il 77enne francese va periodicamente a trovarlo, vedono assieme i GP di Formula 1, ma tutto avviene in quel limbo ovattato in cui vaga la coscienza di Michael. Impossibile sapere di più, vista la ferrea privacy opposta da Corinna e dai figli Mick e Gina-Maria.
Chi spara fantomatici dettagli sulle condizioni del tedesco non lo fa con cognizione di causa, ad essere buoni, quando piuttosto non cerca pubblicità personale. A queste persone, sciacalli che in passato hanno anche provato a vendere foto recenti di Schumacher, Todt rivolge un appello a protezione del suo caro amico: "Lasciamolo tranquillo, rispettiamo la volontà di privacy di Corinna e dei figli, sappiamo che quell'incidente ha avuto delle conseguenze – spiega il dirigente francese al Corriere della Sera – Chi dice che sa qualcosa, non sa niente. Vado sempre a trovarlo. Lui e la sua famiglia sono la mia famiglia".