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L’Alfa Romeo Milano cambia nome, si chiamerà Junior: la clamorosa decisione dopo le critiche del Governo

Clamorosa decisione del brand di Stellantis: l’Alfa Romeo Milano cambia nome dopo la presentazione a livello mondiale, si chiamerà Junior. L’inaspettata scelta arriva in seguito alle polemiche sollevate dal ministro Urso.
A cura di Michele Mazzeo
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La polemica innescata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, riguardo al nome che aveva scelto l'Alfa Romeo per la sua ultima vettura immessa nel mercato ha avuto un epilogo inaspettato e sorprendente. Il marchio che fa parte di Stellantis ha infatti deciso di cambiare nome al suv compatto presentato al mondo lo scorso 10 aprile come Alfa Romeo Milano. Il nuovo SUV della casa del Biscione si chiamerà ora Alfa Romeo Junior. Una decisione tanto clamorosa quanto inaspettata quella annunciata dal CEO Jean-Philippe Imparato: prima d'ora infatti non si era mai assistito al ad una vettura che cambia denominazione a causa di una querelle politica.

Già, perché questo sorprendente cambio in corso d'opera arriva in risposta alla polemica sollevata dal ministro Urso che aveva anche paventato l'ipotesi di una possibile violazione della legge del 2003 riguardo alla tutela del Made in Italy e il fenomeno dell'italian sounding: "Un'auto chiamata Milano non si può produrre in Polonia. Questo lo vieta la legge italiana che nel 2003 ha definito l'Italian Sounding, una legge che prevede che non bisogna dare indicazioni che inducano in errore il consumatore" aveva infatti detto l'attuale capo del ministero delle Imprese e del Made in Italy subito dopo la presentazione della vettura che è prodotta nello stabilimento Tychy di Stellantis in Polonia ed è la prima Alfa Romeo ad essere realizzata interamente fuori dall'Italia.

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A sostenere la tesi del ministro Urso ci ha pensato anche l'Udicon (l’Unione per la difesa dei consumatori):  "La decisione di chiamare un'autovettura con il nome di una città italiana, simbolo di stile e design, pur producendola all'estero, solleva questioni importanti relative al concetto di ‘Italian sounding', un fenomeno noto nel settore agroalimentare, ma che ora sembra si stia estendendo anche all'industria automobilistica. Nessuno tollera che un vino prodotto all’estero possa essere venduto come italiano. Questo principio non può limitarsi al cibo, ma deve riguardare tutti i settori. Il marketing deve essere trasparente. Ci domandiamo cosa accadrebbe a livello di vendite se la vettura oggetto di polemiche fosse rebrandizzata ‘Stellantis Tychy'" è stato difatti l'intervento nella querelle della presidente dell'Udicon Martina Donini.

Da parte di Alfa Romeo inizialmente non era arrivata nessuna risposta alle ‘accuse' rivolte dal ministro riguardo al nome Alfa Romeo Milano. Il CEO di Stellantis Carlos Tavares si era infatti limitato a spiegare le ragioni economiche dietro la scelta di produrre la ‘Milano' in Polonia, cioè venderla al dettaglio con un prezzo più basso di 10mila euro, e a confermare che le altre due vetture in cantiere (la nuova generazione della Stelvio e della Giulia) saranno prodotte in Italia, a Cassino. Qualche giorno dopo però la risposta è arrivata in un modo del tutto inatteso con il clamoroso cambio nome del nuovo SUV presentato a livello mondiale con il nome di Alfa Romeo Milano e che invece finirà nelle concessionarie con il nome di Alfa Romeo Junior (riprendendo il nome di uno dei modelli di maggior successo della casa del Biscione, vale a dire la GT 1300 Junior lanciata nel 1966).

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A spiegare la clamorosa decisione presa da Stellantis è stato il CEO di Alfa Romeo: "Siamo perfettamente consapevoli che questo episodio rimarrà inciso nella storia del Marchio. È una grande responsabilità ma al tempo stesso è un momento entusiasmante. La scelta del nuovo nome Junior è del tutto naturale, essendo fortemente legato alla storia del marchio ed essendo stato fin dall’inizio tra i nostri preferiti e tra i preferiti del pubblico. Come team scegliamo ancora una volta di mettere la nostra passione a disposizione del Marchio, di dare priorità al prodotto e ai clienti. Decidiamo di cambiare, pur sapendo di non essere obbligati a farlo, perché vogliamo preservare le emozioni positive che i nostri prodotti generano da sempre ed evitare qualsiasi tipo di polemica" ha difatti rivelato Jean-Philippe Imparato commentando il clamoroso cambio di denominazione per l'Alfa Romeo Milano della discordia.

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