Lacrime e giro d’onore per Valentino Rossi: Misano abbraccia il campione per l’ultima volta
Pecco Bagnaia fuori in maniera beffarda, vince Marquez il Gran Premio di Misano dopo la battaglia sull'asfalto con il pilota Ducati. Il Mondiale va a Fabio Quartararo che gestisce gara e sorpassi, risale fino alla quarta piazza e riporta il titolo in Yamaha con 68 punti di vantaggio a due gare al termine della stagione (Portimao e Valencia). E Rossi? Triste e solitario nelle posizioni di rincalzo, gli resta il grande affetto della sua gente. Finisce decimo ma è una festa comunque per lui che quell'asfalto non lo calcherà più in sella alla sua 46. Iconica, storica. Il giro d'onore, l'urlo della folla, la tribù che balla e le bandiere che sventolano. Il risultato della pista non conta. Conta Vale, conta la sua storia. Giù il cappello dinanzi a lui che ha scritto le pagine più belle del Motomondiale.
La commozione per Marco Simoncelli. Il passaggio dinanzi alla quercia dedicata al "Sic" nel giro di ricognizione. L'accoglienza per Rossi e le sensazioni del ‘dottore' all'ultima gara della carriera in Italia. Il circuito italiano è un mix di emozioni scandite dalla comunità di Valentino, dall'abbraccio virtuale del popolo al suo campione, dai ricordi e dalla nostalgia canaglia che ti lascia un groppo in gola e un vuoto dentro, dal magone che sale nel vederlo in ventesima posizione ultimo e lontano da tutto, dai duelli in pista tra Bagnaia e Marquez.
Quartararo sente odore di titolo iridato ma deve faticare per restare nella scia delle prime posizioni. Parte dietro, scala nella Top 10 approfittando della caduta di Miller che faceva scudo a "Pecco" rispetto agli assalti del "cabroncito". L'australiano lotta e si sacrifica ma finisce a terra in curva 15 e lascia sia l'italiano e lo spagnolo a regolare i conti per la vittoria. Fanno gara a parte, staccando gli altri che faticano a stare dietro alla Ducati e alla Honda che hanno un passo diverso. Si corre sul filo dei decimi, dell'equilibrio e della strategia, della potenza e del controllo, dei rapporti di cambio che spingono a utilizzare il gas con sfumature differenti tra strappi e una condotta più aggressiva.
Alle spalle della coppia di testa (con un gap di quasi 3 secondi) c'è il mucchio selvaggio di cinque piloti racchiusi in un fazzoletto, una frazione di tempo, un battito di ciglia e un errore in manovra che può costare caro. Quartararo è lì, pronto alla zampata: si piazza al nono posto, poi scatta verso il settimo provando la scalata fino al quinto. Non ha fretta di recuperare, sa che arrivare là davanti è impossibile e sceglie di gestire la pista, rastrellare abbastanza punti da giocarsi il tutto per tutto nel prossimo Gp in Portogallo. Ha dinanzi a sé Rins (lo passa poco dopo prendendo la sesta piazza), Aleix Espargarò (infilato e scalzato dalla quinta), Oliveira, Pol Espargarò ma resta col fiato sul collo. Morbidelli, intanto, è in difficoltà e scivola nelle retrovie. Un avversario in meno per il francese.
A 10 giri dalla fine Valentino Rossi supera Dovizioso e Nakagami, è scollina fino alla 15sima posizione. Il ‘dottore' regala un sussulto alla sua gente. Ma l'attenzione è tutta sui duellanti in vetta: nuovo miglior giro di Bagnaia in 1:32.171, che guadagna un altro decimo in testa su Marc Marquez. La mescola dura della gomma montata sull'anteriore di "Pecco" inizia a dare i suoi frutti nella parte finale del Gran Premio e gli dà un vantaggio di tre secondi sullo spagnolo. Poi accade l'irreparabile, quando nessuno se lo aspettava: il pilota Ducati cade e salta il tappo. Vince Marquez, Quartararo è quarto e festeggia il Mondiale. Standing ovation per Rossi, decimo e contento. Di più non poteva fare.