La vera storia del film Race for Glory, Cesare Fiorio a Fanpage: “A Scamarcio ho raccontato tutto”
La grande attesa per l'ultimo film incentrato sul motorsport è finita. Da oggi, 14 marzo, "Race for Glory: Audi vs Lancia" arriva nei cinema italiani. La pellicola racconta il celeberrimo Mondiale di Rally del 1983 passato alla storia come l'ultimo vinto da un'auto con due ruote motrici, la Lancia 037 che contro i pronostici ha battuto l'Audi che già aveva introdotto le quattro ruote motrici.
È soprattutto la storia di una epica impresa compiuta dalla squadra corse della casa torinese e dal suo geniale e visionario team manager Cesare Fiorio, una vera e propria icona del motorsport che tra Rally, Formula 1, Prototipi, Endurance e Motonautica ha chiuso la sua carriera con 20 titoli iridati e che nel film, diretto da Stefano Mordini, è interpretato dall'attore Riccardo Scamarcio, che della pellicola è anche coproduttore e cosceneggiatore.
È il torinese classe 1939 che con il suo genio, la sua creatività, la sua astuzia in quel campionato Mondiale di Rally del 1983 dimostrò che l'uomo poteva battere la tecnologia e che Davide poteva battere Golia, difatti il protagonista di questo film che si propone di essere per tutti perché racconta una storia che va oltre lo sport. Ed alla vigilia dell'uscita in Italia noi di Fanpage.it ne abbiamo parlato proprio con colui che quaranta anni fa quella storia la scrisse, ossia Cesare Fiorio, oggi 84enne, che dalla sua Masseria Camarda a Ceglie Messapica in provincia di Brindisi (dove vive e che porta avanti insieme al figlio Alessandro e alla nipote Maria Paola) ci ha concesso un'intervista esclusiva in cui ci ha raccontato cosa c'è dietro "Race for Glory: Audi vs Lancia", cosa della trama è fedele a ciò che è realmente accaduto e cosa invece è stato romanzato per motivi cinematografici, quelle chiacchierate fatte con quel Riccardo Scamarcio che lo impersona e la sua sensazione quando ha visto in anteprima (proprio a casa dell'attore pugliese) quel film che immortala una delle sue più incredibili imprese.
Cesare Fiorio, cosa rappresenta per lei quel Mondiale Rally del 1983?
"Il Mondiale Rally del 1983 rappresenta uno dei più grandi successi della mia carriera".
Qual è la vera storia dietro Race for Glory: Audi vs Lancia?
"Con la Lancia Stratos avevamo già vinto il campionato, ma poi l'Audi si presentò con le quattro ruote motrici, grazie ad un cambio di regolamento fatto dalla Federazione, e avevano dominato il campionato del mondo vincendo tutte le gare. Noi non avevamo ancora questa tecnologia, noi potevamo fare una macchina molto speciale e leggera – e su quello avevamo una certa esperienza dovuta alla Stratos -, e così abbiamo creato la 037 con la quale siamo riusciti a battere le Audi e vincere il Mondiale".
Si aspettava che quel Mondiale potesse diventare il soggetto per un film?
"Sinceramente all'epoca no. Infatti è diventato il soggetto per un film solo 40 anni dopo (ride, ndr)".
Lo ha già visto il film?
"L'ho visto a casa di Riccardo Scamarcio un mese fa. Me lo ha fatto vedere in anteprima. Il film ha buon ritmo, è entusiasmante e fa passare anche un bel messaggio. Piacerà agli appassionati di auto e di corse ma non solo".
Scamarcio è venuto a parlare con lei prima di cominciare le riprese?
"Certo. Io a Scamarcio ho raccontato tantissime cose avvenute quell'anno che lui ha poi ripreso mettendole nel film".
Rispecchia fedelmente ciò che è successo nella realtà?
"Sì. C'è tutto ciò che ho raccontato a Scamarcio quando è venuto a trovarmi prima di iniziare a girare il film. Quelli che vedrete sono tutti episodi reali che noi abbiamo davvero vissuto. L'unica cosa che non coincide con la realtà è che nel film si racconta che noi avevamo prodotto solo metà delle macchine mentre l'altra metà le avevamo spostate per farle rivedere".
Si rispecchia nell'interpretazione fatta da Scamarcio?
"Riccardo Scamarcio è un grande attore. È molto bravo. E la sua interpretazione di me è stata molto buona a mio avviso".
Oggi il rally non ha lo stesso successo che aveva quando lei era uno dei protagonisti, crede che questo film possa in qualche modo riportarlo in auge?
"Questo non lo so. In quegli anni alcuni rally avevano la stessa importanza dei Gran Premi di Formula 1 e della 24 Ore di Le Mans, c'erano un sacco di spettatori e si correva sempre tra due ali di folla tanto che a volte diventava un problema. Il rally era popolarissimo: finivamo in prima pagina sui principali quotidiani nazionali. Purtroppo oggi non è più così e anche il pubblico è molto diminuito. E secondo me un fattore importante è stato il fatto che ai miei tempi le prove velocità erano di 800 km si correva per tre giorni di fila, notte compresa. Oggi al massimo durano 250 km e la sera si va a dormire in albergo. Diciamo che è meno epico e questo secondo me ha allontanato la gente dal rally".