La spy-story Ducati scoperchia l’accordo segreto in MotoGP: caccia alla talpa che ha parlato
La spy-story che ha convolto la Ducati dopo l'ultimo round della MotoGP a Jerez de la Frontera sta scuotendo il paddock della classe regina del Motomondiale alla vigilia del GP di Francia a Le Mans. La notizia di presunti brogli riguardo la pressione delle gomme commessi dal team di Borgo Panigale sulla moto con cui Pecco Bagnaia ha vinto in Spagna ha difatti creato un vero e proprio tsunami in top-class scoperchiando di fatto il vaso di Pandora con tanto di "accordo segreto" tra team e Dorna divenuto pubblico.
Tutto nasce dalla rivelazione fatta dal giornalista di Motorsport Magazine Mat Oxley che affermava come, secondo una tabella passatagli da un ingegnere di un altro team, si evidenziava che Bagnaia a Jerez aveva corso con la pressione della gomma anteriore più bassa rispetto al limite minimo per tutti i 25 giri di gara. E che durante la corsa spagnola anche la pressione della gomma di Jorge Martin (Ducati Pramac), Alex Rins (Suzuki) e Andrea Dovizioso (Yamaha WithU) è scesa sotto il limite consentito, ossia 1,9 bar per le gomme slick anteriori e 1,7 bar per quelle posteriori.
A far scalpore sono state soprattutto le parole di questo anonimo ingegnere riferite al momento della consegna di questa tabella al giornalista britannico che le ha riportate fedelmente: "È chiaro che alcune squadre stanno imbrogliando con le gomme. Siamo scontenti di questa situazione, va avanti da molto tempo e non è una cosa corretta. Il problema è che molti rispettano le regole, ma altri no, perciò ottengono prestazioni migliori, ma se la cavano per via del gentlemen's agreement" ha detto svelando di fatto un accordo segreto tra i team.
Chiamata in causa la Ducati ha risposto alle accuse, non solo confermando questo patto clandestino tra le squadre della MotoGP e la Dorna, ma anche rivelandone il motivo:
"È vero che il regolamento prevede una pressione minima, ma bisogna pensare a come questa si controlla. Perché in questo momento ogni costruttore utilizza sensori diversi, il che significa che anche la loro precisione è diversa. Non stiamo parlando di barare, ma del fatto che il controllo della pressione non avviene allo stesso modo per tutti – ha infatti detto il diretto generale della scuderia di Borgo Panigale Gigi Dall'Igna in una conferenza stampa convocata d'urgenza proprio per rispondere alle infamanti accuse rivolte alla sua squadra dopo la vittoria di Bagnaia a Jerez –.
In più – ha quindi aggiunto il general manager della Ducati – in questo momento anche il metodo con cui vengono acquisiti questi dati non è definito. Cioè, permette a chiunque di modificare i segnali trasmettendoli alla centralina che deve leggerli. Evidentemente Ducati ha deciso di non fare alcuna modifica a questi segnali. Magari qualcun altro ha deciso di modificarli alzandoli per far finta di restare all’interno della misura corretta, anche se non si è realmente all’interno di quella misura.
Inoltre – ha poi proseguito il 55enne vicentino –, i dati che attualmente vengono acquisiti non tengono conto dell’errore che il sistema di misura ha, quindi quelli che possono sembrare dei valori sotto il regolamento potrebbero non esserlo, perché bisogna tener conto del margine di errore che i vari strumenti hanno. Ma quella tabella diffusa non tiene conto di quella correzione che invece dovrebbe essere applicata.
Quindi, l'MSMA sta studiando e ha definito venerdì scorso quali saranno i sensori che obbligatoriamente tutti dovremo utilizzare del 2023, a quel punto lì sarà anche definita la lettura di questi sensori, quindi non sarà possibile fare alcuna modifica o correzione. Oltre alla regola, ci sarà anche un sistema che permetterà il controllo di questa. Insieme agli altri costruttori e a Michelin – ha infine chiosato Dall'Igna – stiamo cercando di capire cosa fare quando questo sistema andrà veramente in vigore dal prossimo anno. C'è un accordo tra tutti per cui quest'anno i dati vengono monitorati per poter fare una regola che sia attuata in maniera corretta a partire dal 2023".
Chiarito dunque che esiste un accordo segreto tra team di MotoGP, Dorna e Michelin e il motivo per il quale le sanzioni per chi viola la regola sulla pressione delle gomme non possono essere ancora applicate (cosa confermata anche dall'organizzazione del Motomondiale), la questione però non sembra essersi ancora sgonfiata. Adesso infatti nel paddock della classe regina si è scatenata una vera e propria caccia alla talpa che ha fornito la tabella al giornalista e che ha soprattutto reso pubblico un accordo che doveva restare invece assolutamente segreto. E, considerando che da quella famosa tabella emerge che sono tre i costruttori (Ducati, Suzuki e Yamaha) a non aver rispettato il limite minimo di pressione della gomma posteriore a Jerez, il cerchio è già stato ristretto agli ingegneri di Honda, Aprilia o KTM.