La situazione paradossale di Binotto in Ferrari: è già liquidato ma resta ancora operativo
Le dimissioni di Mattia Binotto dal ruolo di Responsabile della Gestione Sportiva e team principal della Ferrari, accettate ufficialmente dai vertici del Cavallino martedì 29 novembre, sembravano dover scatenare un vero e proprio terremoto all'interno della scuderia che ha appena chiuso il Mondiale di Formula 1 2022 al secondo posto nella classifica costruttori e, con Charles Leclerc, anche in quella piloti. E invece la tanto attesa e discussa ufficialità della notizia già trapelata da diverse settimane ha prodotto un assurdo paradosso: il nuovo Responsabile della Gestione Sportiva e team principal ad interim della casa di Maranello fino al prossimo 31 dicembre sarà lo stesso Mattia Binotto.
Come vi avevamo anticipato infatti, l'uomo proposto dal Ceo di Stellantis Carlos Tavares, ossia l'attuale capo della squadra Sauber-Alfa Romeo, Frederic Vasseur, non ha convinto del tutto i vertici della Ferrari, compreso il presidente John Elkann, e i numerosi sondaggi fatti negli scorsi giorni nel paddock della F1 (contattati anche il numero uno della Red Bull Christian Horner che ha rispedito al mittente l'offerta e l'ex DT ai tempi di Michael Schumacher, Ross Brawn che però ha appena annunciato il suo imminente pensionamento dal Circus) non hanno prodotto gli esiti sperati. Pertanto la Ferrari, che non poteva più temporeggiare dato che la notizia era ormai di dominio publico da diverse settimane, si è ritrovata costretta ad ufficializzare l'accettazione delle dimissioni dell'ingegnere modenese senza avere però ancora individuato il suo sostituto.
Per ovviare a questa imbarazzante situazione ci si attendeva che l'amministratore delegato Benedetto Vigna assumesse temporaneamente la carica appena lasciata vacante da Binotto fino a quando non fosse stato trovato il profilo giusto a cui affidare le chiavi della scuderia che, come aveva già detto il fratello del capo supremo Lapo Elkann subito dopo l'ultimo GP di Abu Dhabi che ha chiuso lo scorso campionato, ha l'obiettivo di vincere il Mondiale di Formula 1 nel 2023. E invece, leggendo il comunicato ufficiale diramato dalla Ferrari, si è scoperto che non solo l'ad non assumerà il ruolo ad interim ma che nessun altro lo farà prima della fine dell'anno.
Come riferisce la stessa nota il dimissionario Mattia Binotto lascerà il ruolo di Team Principal della Scuderia Ferrari solo il 31 dicembre 2022 e il processo di identificazione del suo sostituto "dovrebbe concludersi nel nuovo anno". Contrariamente a quanto avviene di norma in caso di dimissioni accettate dai vertici aziendali dunque il dirigente sfiduciato non lascia immediatamente la società ma conserva il suo ruolo per un altro mese.
Chi non è avvezzo alle tempistiche della Formula 1 potrebbe giustamente pensare che questa strana decisione sia stata presa perché, con il Mondiale appena concluso e a quattro mesi dall'inizio di quello successivo, dicembre non rappresenti un periodo di attività per una scuderia e dunque che Binotto lasci il comando subito o alla fine dell'anno è del tutto ininfluente. E invece non è assolutamente così. Anzi. Quest'ultimo periodo dal punto di vista operativo è il momento cruciale per la pianificazione del futuro e per la preparazione della nuova monoposto con cui Charles Leclerc (con il quale tra l'altro i rapporti già prima erano ai ferri corti) e Carlos Sainz tenteranno l'assalto al titolo iridato nel campionato 2023.
Pur essendo dimissionario e già sfiduciato dai vertici aziendali infatti in questo mese Mattia Binotto continuerà a dirigere i lavori sulla nuova vettura, etichettata in fabbrica con il codice "675", il cui telaio tra l'altro sarà sottoposto ai crash test per l'omologazione della FIA proprio a dicembre. Sarà lui a pianificare il lavoro della scuderia e dei singoli piloti nel mese di gennaio e febbraio, cioè quando al comando ci sarà il suo sostituto, e continuerà ad avere voce in capitolo in eventuali riorganizzazioni o sostituzioni all'interno dell'organigramma del team se fatte prima della fine dell'anno. In Ferrari dunque ci si ritrova di fronte ad una paradossale situazione: il già silurato Binotto a decidere delle sorti della scuderia in quello che sarà il primo Mondiale sotto l'egida del suo sostituto.