La rivelazione di Valtteri Bottas: “Ero un fantasma. Ho pensato di ritirarmi dalla F1”
Arrivare in Formula 1 è il sogno di tutti i piloti, ma la pressione una volta arrivato può giocare brutti scherzi soprattutto a livello psicologico. Questo è quello che è accaduto a Valtteri Bottas che in una recente intervista rilasciata a pochi giorni del GP dell'Arabia Saudita, la sua penultima gara con la Mercedes prima del passaggio in Alfa Romeo, si è aperto rivelando di aver pensato di mollare tutto a causa di alcuni problemi psicologici e la morte del giovane collega Jules Bianchi.
Al podcast finlandese Supla, infatti il 32enne di Nastola ha raccontato il periodo buio passato nei suoi primi anni nella massima categoria dell'automobilismo a ruote scoperte. Bottas ha infatti spiegato che i suoi problemi sono iniziati nella sua seconda stagione in Williams, ossia durante il campionato 2014: "A metà di quella stagione, sono caduto in uno stato di ossessione dal lavoro, dovuto alla mia testardaggine – ha infatti ammesso il pilota finlandese –. È stato allora che dovevamo mantenere il peso al minimo e quella cosa mi è sfuggita un po' di mano. Dovevo pesarmi ogni mattina e sera, e il peso era sempre minore. Ero fissato – ha poi spiegato –, delle volte completavo un esercizio di corsa due volte: una con il mio allenatore, l’altro da solo, senza farmi vedere. Pensavo che mi avrebbe fatto bene, ma alla lunga ovviamente non è stato così".
Questo ha quindi portato Valtteri Bottas ad avere prima problemi fisici e poi problemi psicologici: "Prima ho avuto problemi fisici. Mi stancavo molto facilmente e non riuscivo a dormire. Ogni notte mi svegliavo alle 4 del mattino e non riuscivo a riaddormentarmi. Questo ha influito sul mio benessere mentale: quando hai tolto ogni briciolo della tua forma fisica, anche il tuo lato mentale si svuota" ha infatti proseguito il pilota finlandese.
Una situazione che è addirittura peggiorata dopo la morte per un incidente in pista dell'ex compagno di squadra Jules Bianchi che addirittura aveva fatto perdere la voglia di fare qualsiasi cosa e lo aveva portato a pensare al ritiro dalla Formula 1: "Dovevo prendere un aereo e la mia ex moglie (Emilia Pikkarainen, ndr) mi ha augurato che il volo andasse bene. Io le ho risposto dicendo che non importava se l’aereo si schiantava: in tal caso sarei semplicemente morto – racconta ancora Valtteri Bottas –. Questo è il tipo di pensieri che ho iniziato ad avere, come se niente avesse avuto più importanza. A un certo punto Emilia mi ha detto che avrei dovuto cercare un aiuto, perché non ero più me stesso. Ero diventato una specie di fantasma – ha quindi aggiunto il finlandese ricordando il suo periodo più buio – e poi la morte di Jules Bianchi è stato un colpo duro: mi ci sono voluti due anni per recuperare. Ho sofferto di aritmia e alcune volte ho pensato che fosse la fine. C’è stato un periodo in cui ho cominciato a sentirmi svuotato. Tutta la mia vita era la Formula 1 ma non mi piaceva per niente. Ho pensato di smettere".
Solo dopo esser stato aiutato da uno psicologo e aver apportato delle sostanziali modifiche al suo stile di vita e al suo approccio al lavoro Valtteri Bottas ha superato il momento buio e ha ripreso in mano la sua vita e la sua carriera che lo ha poi portato al passaggio in Mercedes e a conquistare ben cinque Mondiali Costruttori (con il sesto che potrebbe ancora arrivare in questa stagione prima del suo addio alla scuderia tedesca).