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La rivelazione della Haas sull’addio a Mazepin e Uralkali: “Forti pressioni esterne”

Gené Haas, patron della scuderia F1, ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a licenziare il pilota Nikiti Mazepin e rescindere l’accordo di sponsorizzazione con Uralkali dopo lo scoppio della guerra in Ucraina scoppiata in seguito all’invasione da parte della Russia a pochi giorni dal via del Mondiale 2022 .
A cura di Michele Mazzeo
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La guerra in Ucraina dopo l'invasione della Russia ha inevitabilmente avuto delle conseguenze anche sul mondo della Formula 1. Oltre alla cancellazione del GP di Sochi dal calendario del Mondiale 2022 e alla definitiva risoluzione del contratto con gli organizzatori del GP di Russia anche per le edizioni future, c'è stata una scuderia che più delle altre si è trovata costretta a prendere delle drastiche decisioni a pochi giorni dall'inizio delle nuova stagione. La statunitense Haas infatti, dopo lo il protrarsi del conflitto in terra ucraina, ha deciso di recedere gli stretti legami con la Russia licenziando il pilota Nikita Mazepin e rescindendo il contratto di sponsorizzazione con la società Uralkali (di proprietà del magnate Dmitry Mazepin, papà del driver moscovita) dicendosi scioccata di quanto stava avvenendo in Ucraina.

Per quanto chiaro, lo striminzito comunicato rilasciato dal team americano con cui è stata annunciata la separazione dal pilota e dal main sponsor russi, non spiegava nel dettaglio le motivazioni che hanno portato la Haas a prendere questa decisione che, almeno per quel che concerne il giovane Nikita Mazepin, è risultata molto più severa rispetto a quella presa in precedenza dalla FIA che aveva concesso ai piloti russi di prendere parte alle competizioni internazionali sotto la propria egida (tra cui la Formula 1) non in rappresentanza della Russia ma come atleti indipendenti in gara sotto la bandiera della stessa Federazione Internazionale.

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A rivelare il perché si è arrivati al licenziamento di Nikita Mazepin e alla risoluzione unilaterale del contratto di sponsorizzazione di Uralkali arrivano adesso le dichiarazioni del proprietario della scuderia statunitense, Gené Haas, rilasciate al magazine Kickin' the Tyres con le quali ha fatto luce su come sono andate le cose dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia:

"C'era molta pressione da parte degli sponsor che erano contrari al fatto che avessimo uno sponsor e un pilota russo. Sai, la politica – ha infatti detto il numero uno del team motorizzato dalla Ferrari –. Siamo qui per correre con le auto, non per essere coinvolti nella politica, ma sfortunatamente c'era molta pressione. Molti dei nostri sponsor sono anche sponsor della Formula 1 e non erano molto contenti di avere un russo da nessuna parte. Ci sono state molte critiche intense sull'invasione dell'Ucraina e tutto ciò stava diventando travolgente – ha poi aggiunto Gené Haas a riguardo –. Non potevamo affrontare tutto questo, gli altri nostri sponsor non potevano affrontare tutto questo".

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Una decisione, quella presa dalla Haas nei confronti di Nikita Mazepin e di Uralkali, frutto dunque delle enormi pressioni esterne arrivate nei confronti della scuderia statunitense dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia che ha dato vita alla guerra ancora in corso tra i due Stati. Azioni dunque dovute quelle perpetrate dal team americano anche alla luce della tragiche immagini che raccontano in tempo reale l'orrore di ciò che sta avvenendo sul territorio ucraino e che hanno sconcertato tutto il mondo occidentale: "Tutti in Occidente stanno vedendo queste immagini di persone che vengono uccise, perdono le loro case o sono costrette a fuggire dal loro paese – ha difatti proseguito Gené Haas –. È semplicemente travolgente. È su ogni singolo canale, in testa ai notiziari ogni singola ora, quindi non puoi proprio evitarlo".

Lo stesso proprietario della scuderia statunitense di Formula 1 ha anche in qualche modo giustificato la reazione di Nikita Mazepin al momento del licenziamento da parte della Haas dovuta, a suo dire, al fatto che in Russia non vedono le stesse immagini che vengono costantemente trasmesse nei Paesi Occidentali e pertanto non possono avere la stessa percezione di quanto sta avvenendo in Ucraina:

"C'è davvero molta differenza tra la percezione di ciò che hanno i russi e di come lo vede invece il resto del mondo. È, un po', incredibile. Penseresti che lo vedremmo tutti allo stesso modo, ma no, i russi la vedono all'opposto rispetto agli occidentali – ha infatti asserito il patron della Haas –. Il loro punto di vista è positivo: ‘stiamo solo facendo un'azione di polizia' pensano. Quello che noi vediamo, lo vediamo perché abbiamo libertà di parola e d'informazione, con i media che hanno finora prestato un'incredibile attenzione alla cosa travolgendoci con un flusso di notizie e immagini pazzesco. I russi invece non vedono niente di tutto questo".

Lo stesso Gené Haas ha infine annunciato che nei test in Bahrain il posto lasciato libero da Mazepin (che intanto ha annunciato una conferenza stampa sul tema per il prossimo mercoledì) sarà occupato dal collaudatore Pietro Fittipaldi che però non dovrebbe essere poi il pilota che andrà a fare coppia con Mick Schumacher nel Mondiale di Formula 1 2022. Il boss della scuderia americana ha infatti detto che sono alla ricerca di un driver che abbia maggiore esperienza in F1 rispetto al brasiliano: l'italiano Antonio Giovinazzi e il tedesco Nico Hulkenberg sono ad oggi i principali candidati.

La mancanza di un pilota non è però l'unico problema con cui la Haas deve fare i conti alla vigilia dei test pre-season di Sakhir. L’approdo in Bahrain della maggior parte delle attrezzature della squadra statunitense era previsto per lunedì ma, a causa di un guasto all'aereo cargo che avrebbe dovute trasportale, le due vetture e le scatole con i ricambi del team sono ancora bloccate in Gran Bretagna all’aeroporto di Doncaster. Un intoppo che rischia di far perdere alla Haas il primo giorno di test.

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