La Red Bull va avanti con le accuse sul mini-drs contro Ferrari: ispettori FIA attesi a Maranello

Il Mondiale di Formula 1 2025 non è ancora cominciato ma nel paddock già sono divampate le prime polemiche. È bastato quanto visto durante la tre giorni di test prestagionali in Bahrain per far scattare i primi sospetti e chiedere chiarimenti alla FIA in merito alle soluzioni messe in atto dai due team che sono apparsi avere le monoposto più performanti, la McLaren e la Ferrari.
Nel mirino degli avversari sono finite le ali posteriori utilizzate sulle MCL39 di Norris e Piastri e sulle SF-25 di Leclerc e Hamilton a Sakhir su cui, secondo la Red Bull, ci sarebbe un mini-drs (sfruttando la flessibilità dei materiali nella parte fissa dell'ala alle più elevate velocità si aprirebbe una piccola fessura che andrebbe a ridurre la resistenza all'avanzamento) simile a quello utilizzato lo scorso anno a Spa, Monza e Baku dalla stessa scuderia britannica e poi bandito dalla FIA per gli ultimi GP della stagione.

Una questione che sembrava già chiusa in Bahrain nel momento in cui il direttore tecnico della squadra austriaca, Pierre Waché, si è presentato dai commissari FIA per chiedere lumi a riguardo vedendosi rispondere che loro non ravvisavano alcuna irregolarità nelle ali posteriori di McLaren e Ferrari, e che invece è ancora tutt'altro che conclusa. Già, perché, secondo quanto riporta la testata specializzata FUnoAnalisiTecnica.com, la Red Bull non si sarebbe arresa ed è pronta a presentare un'accusa ufficiale nei confronti dei due team rivali.

Da qui avrebbe origine dunque l'ispezione che i delegati FIA sarebbero in procinto di fare nelle fabbriche di Woking (sede della McLaren) e di Maranello (sede della Ferrari) a stretto giro di posta, prima cioè dell'inizio del Mondiale di Formula 1 2025 che prenderà il via con il GP d'Australia in programma nel weekend del 16 marzo a Melbourne (dove, come avviene prima di ogni GP, vi saranno le verifiche ufficiali sulle monoposto da parte degli ispettori della FIA). Cosa però che non sembra preoccupare in alcun modo la scuderia del Cavallino Rampante certa di poter respingere agevolmente le accuse mosse dalla Red Bull.