La Red Bull si spacca a pochi giorni dal Mondiale F1: il caso Horner scoperchia una guerra intestina
La vigilia del Mondiale di Formula 1 2024 continua a regalare colpi di scena del tutto inaspettati. E dopo l'annuncio del passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari dal prossimo anno, a scuotere ulteriormente il paddock della F1 è arrivato il "caso Christian Horner" che destabilizza improvvisamente la Red Bull, dominatrice degli ultimi due campionati e favoritissima anche per quel che riguarda l'imminente nuova stagione.
E non solo perché, qualora le gravi accuse mosse contro lui da una dipendente della scuderia austriaca fossero accertate nel procedimento interno avviato dall'azienda austriaca, c'è il rischio di perdere il team principal che guida il reparto corse della scuderia del colosso delle bevande energetiche fin dal suo ingresso in Formula 1 e, forse, anche il geniale ingegnere Adrian Newey. Bensì anche perché questo scandalo divenuto di dominio pubblico sembra aver scoperchiato una vera e propria lotta intestina alla squadra con sede a Milton Keynes che starebbe dilaniando il team.
Secondo diverse indiscrezioni raccolte infatti dietro la fuoriuscita delle informazioni riservate riguardanti la denuncia per "comportamento inappropriato" nei confronti di Christian Horner e l'indagine interna aperta immediatamente dalla Red Bull vi sarebbe la guerra di potere tra due fazioni che da qualche mese sono in guerra tra loro contendendosi il potere della squadra racing. Una composta da chi vorrebbe conservarlo capeggiata proprio dal team principal britannico, l'altra formata da chi vorrebbe prenderne il trono guidata dal superconsigliere Helmut Marko spalleggiato da Jos Verstappen, papà del campione del mondo in carica Max Verstappen, che sarebbe ai ferri corti con Horner.
E quest'ultimo episodio sarebbe una risposta al tentativo perpetrato da Horner, andato a vuoto, di far fuori l'ingombrante ottantenne austriaco: stando a quanto riportato da diverse testate brasiliane, dopo la morte del patron Dietrich Mateschitz, il 50enne inglese avrebbe provato a mettergli contro la nuova dirigenza della Red Bull senza però riuscirci tanto che, grazie anche all'endorsement della famiglia Verstappen (che in questo momento ha un peso specifico non indifferente dato che Max è attualmente il testimonial principale del marchio a livello globale), a fine dicembre 2023 il contratto di Marko è stato rinnovato nuovamente.
Scampato il pericolo, appena arrivata l'occasione la fazione capeggiata da Helmut Marko sarebbe passata al contrattacco. Appena saputo della volontà di un membro del team F1 di denunciare Horner per "comportamenti inappropriati" (secondo la tedesca Bild sarebbero l'invio di foto inopportune ad una dipendente, secondo l'inglese The Sun invece sarebbe mobbing o abuso di potere) difatti sarebbero state persone vicine a Marko a suggerirgli di sporgere denuncia direttamente alla casa madre (Red Bull Austria) e non al reparto racing (dove Horner è plenipotenziario).
Da lì sarebbero quindi partite delle pressioni sul team principal affinché rassegnasse spontaneamente le dimissioni chiudendo la questione senza che la scottante vicenda diventasse di dominio pubblico. E, secondo Motorsport-Total.com, per tentare di convincere Horner a dimettersi sarebbe stato chiesto l'aiuto dell'ex patron del Circus Bernie Ecclestone, di cui il 50enne britannico è stato testimone di nozze. Nemmeno la mediazione da parte dell'ex ‘Supremo' avrebbe però sortito gli effetti sperati con Horner mostratosi pronto a respingere tutte le accuse tanto da essersi già rivolto ai propri avvocati per far fronte al procedimento interno che lo vede coinvolto.
A quel punto la notizia è trapelata all'esterno e diversi elementi farebbero pensare che dietro questa improvvisa fuoriuscita di informazioni possa esserci proprio lo zampino di Helmut Marko. Innanzitutto, a destare sospetti è il fatto che a rendere pubblica la vicenda sia stato il De Telegraaf, giornale olandese, come Max e Jos Vertappen (entrambi molto riconoscenti a Marko per il ruolo avuto nella carriera dell'attuale campione del mondo in carica della F1). Poi il fatto che sia stata Red Bull Austria, dove l'ottantenne austriaco è di casa, a diramare la strana nota con cui si confermava pubblicamente l'avvio del procedimento interno nei confronti di Christian Horner in seguito alla denuncia sporta da un dipendente.
Tanti dunque gli indizi che fanno pensare che sullo sfondo di questo caso vi sia una preoccupante lotta di potere intestina che destabilizza e non poco la scuderia che si presenta al via dell'imminente Mondiale di Formula 1 con i gradi di netta favorita. Da ultimo anche la decisione dei vertici dell'azienda di bevande energetiche di affidarsi ad un giudice esterno all'azienda, anziché alla commissione etica interna, per dirimere la scottantissima questione, lascia pensare che anche nel quartier generale della casa madre sappiano che questa volta in ballo c'è molto di più del destino lavorativo di Christian Horner.