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La Red Bull giustifica Verstappen per lo sfregio a Perez: “Accettiamo le sue motivazioni”

La Red Bull ha preso posizione in merito allo sfregio di Max Verstappen nei confronti di Sergio Perez andato in scena nel corso della gara di Interlagos della Formula 1 2022. Il team giustifica l’insubordinazione dell’olandese e condanna tutte le polemiche che questa ha provocato.
A cura di Michele Mazzeo
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Il comportamento di Max Verstappen nei giri finali del GP del Brasile della Formula 1 2022 ha sollevato inevitabilmente un mare di polemiche. Lo sfregio del pilota olandese che, in barba agli ordini arrivati dal muretto, non ha volutamente restituito la posizione al compagno di squadra Sergio Perez infatti ha difatti innescato una serie di episodi che hanno gettato fango sulla scuderia austriaca.

Dapprima la rivelazione fatta dal pilota Endurance, amico della famiglia Verstappen, Tom Coronel riguardo al fatto che il rifiuto del campione del mondo sarebbe dovuto ad un clamoroso scandalo sportivo avvenuto nelle qualifiche del GP di Monaco dello scorso maggio (con il messicano che sarebbe andato a sbattere volontariamente contro le barriere nel Q3 per far sì che il compagno non lo superasse nell'ultimo giro lanciato). Un tentativo volto evidentemente a giustificare il comportamento del driver oranje che era già stato etichettato come pessimo compagno di squadra e, come sottolineato da diversi ex piloti F1, a rischio boicottaggio per il futuro.

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Poi le varie indiscrezioni circolate sulla spaccatura ormai irreparabile tra i due piloti che, almeno fino al 2024, saranno compagni di squadra e gli ormai, purtroppo, soliti commenti offensivi sui social network rivolti ai due piloti e alle loro famiglie. E infine le infamanti accuse rivolte dalla mamma di Verstappen a Perez in un velenosissimo post su Instagram, cancellato quando ormai era diventato virale.

Alla luce di questa situazione ad alta tensione la Red Bull ha deciso di prendere posizione pubblicamente riguardo alla vicenda. E così alla vigilia del GP di Abu Dhabi tramite i propri canali ufficiali ha diramato un comunicato che, sebbene abbia l'intento di spegnere le polemiche, potrebbe invece acuirle. La squadra austriaca sembra di fatti voler giustificare l'insubordinazione di Max Verstappen accettando le sue motivazioni (in radio aveva detto apertamente che si trattava di una questione personale con Perez):

"Come squadra abbiamo commesso degli errori in Brasile. Non avevamo previsto la situazione che si è verificata nell'ultimo giro e non avevamo concordato una strategia per uno scenario del genere prima della gara – si legge infatti nella nota pubblicata dalla Red Bull –. Purtroppo, Max è stato informato solo all'ultima curva della richiesta di rinunciare alla posizione senza che tutte le informazioni necessarie fossero trasmesse. Questo ha messo Max, che è sempre stato un giocatore di squadra aperto e leale, in una situazione compromettente con poco tempo per reagire e non era nostra intenzione – prosegue il comunicato –. Dopo la gara Max ha parlato apertamente e onestamente, consentendo così ad entrambi i piloti di risolvere eventuali problemi o dubbi in sospeso. Il Team accetta il ragionamento di Max – conclude infine la Red Bull in merito all'episodio di Interlagos –, la conversazione è stata una questione personale che rimarrà privata all'interno del team e non verranno rilasciati ulteriori commenti".

Nella seconda parte del comunicato invece la Red Bull ha voluto denunciare e condannare l'odio riversato sui social network nei confronti di Verstappen, Perez, le loro famiglie e la stessa squadra in seguito a quanto accaduto nei giri finali della gara di Interlagos: "Gli eventi che sono seguiti a ciò dal punto di vista dei social media sono del tutto inaccettabili. Il comportamento offensivo online nei confronti di Max, Checo, il Team e le rispettive famiglie è scioccante e triste e sfortunatamente è qualcosa che noi sportivi dobbiamo affrontare con deprimente regolarità. Non c'è posto per questo nelle corse o nella società nel suo insieme e dobbiamo fare ed essere migliori. Alla fine questo è uno sport, siamo qui per gareggiare. Minacce di morte, lettere di odio, vetriolo nei confronti dei membri della famiglia allargata sono deplorevoli. Apprezziamo l'inclusione e desideriamo uno spazio sicuro in cui tutti possano lavorare e godersi il nostro sport. L'abuso deve finire" chiosa difatti la squadra austriaca evidentemente amareggiata e stanca dell'odio che si riversa sui social network ogni qual volta succede qualcosa in pista.

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