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La Red Bull confessa di aver suggerito a Perez di violare il regolamento F1 durante il GP Canada

La sentenza dei Commissari F1 dopo la gara del GP del Canada svela come la Red Bull abbia confessato di aver ordinato a Sergio Perez di violare le regole sulla sicurezza della Formula 1 durante la corsa per aiutare il suo compagno di squadra Max Verstappen.
A cura di Michele Mazzeo
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Sensazioni diametralmente opposte nei due box della Red Bull al termine della gara del GP del Canada della Formula 1 2024. Da un lato la gioia per il sesto successo stagionale, il più sofferto, del leader della classifica iridata Max Verstappen e per aver approfittato della disastrosa debacle della Ferrari per allungare anche nella graduatoria riservata ai costruttori; dall'altro la delusione per l'ennesimo weekend da dimenticare di Sergio Perez sempre lontanissimo dalle prestazioni offerte dal compagno di squadra e che ha visto concludere anticipatamente la sua anonima corsa con un ritiro a causa di una collisione con le barriere in cui ha danneggiato irreparabilmente il retrotreno della sua vettura. Ma non solo, dato che il suo soggiorno a Montreal si è concluso con una pesante penalità di tre posizioni in griglia nel prossimo gran premio (il GP di Spagna di scena a Barcellona nel fine settimana del 23 giugno) per aver guidato in pista con la monoposto non in condizioni di sicurezza disseminando detriti sull'asfalto nel momento in cui ha deciso di riportare ai box la RB20 appena incidentata.

Il messicano, come si legge nella nota diramata dai Commissari FIA, ha infatti violato le regole della Formula 1 in quanto "dopo essere entrato in contatto con le barriere alla curva 6, ha proseguito in pista per il resto del giro con un'auto notevolmente danneggiata perdendo diverse parti in fibra di carbonio sulla via del ritorno ai box". Una penalità ineccepibile dunque quella comminata al 34enne di Guadalajara fresco di rinnovo biennale con la scuderia austriaca.

La sentenza emessa dai Commissari della Federazione Internazionale svela però anche un altro aspetto della vicenda, se vogliamo un po' più torbido, vale a dire che a dare l'ordine a Sergio Perez di riportare la monoposto danneggiata ai box (violando quindi il regolamento sportivo della Formula 1) è stato il muretto della Red Bull. E sono stati gli stessi uomini della scuderia di Milton Keynes ha confessarlo ai Commissari FIA durante l'udienza andata in scena a Montreal nell'immediato post-gara: "il team ha confermato che al pilota era stato consigliato di riportare la vettura ai box perché stavano cercando di evitare una situazione di Safety Car" si legge infatti nella sentenza che oltre a punire il pilota messicano punisce con una multa di 25mila euro anche la squadra capeggiata da Christian Horner.

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Evidente quindi che in Red Bull, in barba alle norme sulla sicurezza dei piloti, volessero evitare l'ingresso in pista della safety car (cosa che quasi certamente sarebbe avvenuta se Perez avesse abbandonato la macchina gravemente danneggiata subito dopo l'incidente) per preservare il vantaggio che Max Verstappen aveva in quel momento sui più immediati inseguitori (circa 5 secondi su Lando Norris) e scacciare il pericolo di un finale di gara molto complicato in cui la sua vittoria potesse essere messa in discussione che l'eventuale neutralizzazione dei distacchi avrebbe inevitabilmente regalato.

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