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La Red Bull alimenta sospetti sulla McLaren in Brasile: cos’è il trucco dell’acqua nelle gomme

A tenere banco nel Mondiale di F1 è l’ennesimo atto della guerra psicologica tra Red Bull e McLaren in un contesto ambientale già difficile. Il diluvio ha costretto la F1 a rinviare le qualifiche del Gran Premio del Brasile a domenica.
A cura di Maurizio De Santis
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Il trucco dell'acqua nelle gomme nel Gran Premio del Brasile è l'ennesimo atto della guerra psicologica a distanza tra la Red Bull e la McLaren. Questa volta succede sotto il diluvio che ha trasformato la pista di San Paolo in una piscina (costringendo al rinvio delle qualifiche) e sparge altro veleno dopo il polverone di polemiche e sospetti delle settimane scorse: sia per il flap dell'ala posteriore troppo flessibile sulle vetture ‘papaya'; sia per il meccanismo nell'abitacolo che permetterebbe ai piloti della vettura austriaca di regolare l'altezza del pattino sottoscocca con inevitabili riflessi sull'aerodinamica.

Cos'è il trucco dell'acqua nelle gomme e a cosa serve

Qual è l'escamotage che, secondo la Red Bull (ma non ci sono conferme ufficiali da parte della FIA), ha adottato il team inglese? È un metodo precauzionale per ovviare al surriscaldamento sulle lunghe distanze (in particolare in gara) degli pneumatici, all'interno di quali verrebbe iniettata attraverso le valvole di gonfiaggio una piccola quantità di liquido, sufficiente a ottenere il beneficio sperato. Un'opzione esclusa dal regolamento perché messa al bando anni fa dalla federazione con indicazione nell'articolo 10.8.4 secondo cui le gomme devono essere gonfiate solo con aria o azoto ed "è vietato qualsiasi sistema per ridurre la quantità di umidità nello pneumatico e/o nel suo gas di gonfiaggio".

Mario Isola (Pirelli Motorsport) ha chiarito in diretta a Sky come verificare un'accusa di questo tipo sia molto difficile e comunque fattibile solo nel momento in cui le gomme sono smontate dalle vetture "con strumenti che misurano l'umidità all'interno dello pneumatico. Ma bisognerebbe verificare gli pneumatici appena si fermano per avere una situazione realistica".

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Possibile che sia tutto così facile e nessuno si accorga di una manovra del genere o, addirittura, che tutta l'acqua introdotta scompaia per evaporazione? In realtà non è così semplice mettere in atto un espediente del genere senza correre il rischio di essere scoperti, con tutto quel che ne potrebbe conseguire in termini disciplinari. A spiegare alcuni passaggi tecnici e regolamentari fondamentali per orientarsi in una materia del genere è la rivista automobilistica tedesca specializzata AMuS (Auto Motor und Sport):

  • primo particolare tutt'altro che trascurabile, pneumatici e cerchi sono tutti codificati e le gomme stesse sono assegnate dalla FIA in maniera casuale
  • a installare e a rimuovere i cerchi sono i tecnici dell'assistenza Pirelli, gli unici che possono farlo (nessuna scuderia può manipolare in alcun modo gli pneumatici) essendo dotati degli strumenti per estrarre i cerchioni
  • una volta sostituite, le gomme non posso essere utilizzate
  • l'unico modo per riempire le gomme con l'acqua è sfruttare le valvole ma è praticamente impossibile farlo passando inosservati considerati i controlli e il numero di ingegneri Pirelli all'interno dei box.
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Perché un espediente del genere è altamente rischioso

Un artificio del genere per quanto possa essere ingegnoso è, al tempo stesso, estremamente rischioso per i team che intendono eseguirlo. Perché? Se l'acqua non evapora entro un tempo massimo di 3, 4 ore successive alla gara, prima che le gomme siano rimosse, è come farsi trovare con la pistola fumante tra le mani. Un indizio che farebbe cadere qualsiasi alibi di ferro.

Il presunto espediente che la McLaren (a detta del vociare che arriva dal paddock della Red Bull) non è una novità. Anzi, ad averlo adottato in passato sarebbe stata proprio la Scuderia austriaca: allora non c'era un divieto specifico previsto dal regolamento e solo successivamente la FIa è intervenuta a censurare questa pratica.

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