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La nuova vita di Valentino Rossi è iniziata con una grossa incognita: “Avevo paura”

A Valentino Rossi non manca la MotoGP ed è concentrato sulla sua nuova vita, tra la figlia Giulietta e l’esperienza nel GT World Challenge Europe.
A cura di Vito Lamorte
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La nuova vita di Valentino Rossi. Il Dottore ha lasciato la MotoGP lo scorso 14 novembre, in occasione del Gran Premio di Valencia, ma non ha mai pensato di lasciare del tutto i motori: dall'inizio di marzo è padre della piccola Giulietta ma ha da poco iniziato una nuova carriera con il GT World Challenge Europe, su un'Audi R8 GT3 del Team WRT, e sogna di partecipare un giorno alla 24 Ore dal Mans. In occasione della gara del Mugello, vinto da Fabio Quartararo, è stato ritirato ufficialmente il numero 46 dal Campionato MotoGP e all'evento ha partecipato anche lui tra gli applausi e i cori del pubblico.

Uno dei piloti più titolati della storia del motociclismo, con nove titoli mondiali conquistati, Valentino è l'unico pilota nella storia del motomondiale ad aver vinto il titolo in quattro classi differenti: 125, 250, 500 e MotoGP ma la sua vecchia vita non gli manca molto. Queste le sue parole nell'intervista rilasciata al quotidiano francese L'Equipé: "La mia vita è molto più piacevole di quella che immaginavo in quel momento. Onestamente, temevo davvero la mia pensione. Ero triste quando ho preso la decisione dei lasciare (in agosto 2021), e preoccupato durante le gare che seguirono. Ero preoccupato per il mio ultimo Gran Premio… Non immaginavo che sarebbe stata una festa del genere. L’ultimo fine settimana a Valencia è stato eccezionale, pieno di emozioni… Ma in modo positivo, contrariamente a quanto temevo. Ho avuto l’impressione, dicendo stop, di uscire dal mio corpo. A Valencia, improvvisamente ho capito cosa rappresentavo in questo paddock, ma anche per tutti i fan che hanno seguito la mia carriera. Temevo che mi sarebbe mancata la MotoGP. Ma non è stato così. Certo, se fossi ancora in grado di lottare per la vittoria, mi piacerebbe ancora correre. Ma dal momento che questo non è più il caso, non mi manca".

Proprio come tutti i grandi sportivi Valentino ha avuto paura di allontanarsi da quello che è stato il suo mondo da sempre per intraprendere una nuova vita, completamente diversa da quella precedente. La paura nel non conoscere quello che ci sarà dopo e l'assenza della competizione dalla vita è stata spesso al centro di molti dibattiti sulle carriere dei grandi atleti dopo il ritiro ma il numero 46 sembra aver superato questo scoglio alla grande.

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Due piccoli rimpianti restano per l'occasione persa nel 2015 e per l'avventura in Ducati: "Sono andato alla Ducati ed è stato un disastro. Tutti mi dicevano che era finita. Poi sono tornato alla Yamaha… Ero già vecchio, ho lavorato duramente per arrivarci, e non sono andato lontano. Nel 2015, se Marquez non si fosse comportato male, avrei potuto giocarmi il titolo fino all’ultima gara con Lorenzo. Avevo allora 36 anni. Dopo il 2016, è diventato complicato. Ma la ragione per cui ho continuato ad andare avanti per tutti questi anni è perché sentivo di poter ancora vincere. Questo è anche il motivo per cui ho cambiato il mio capo meccanico… Ho anche vinto una dozzina di Gran Premi. E anche se non ero più campione, mi sono divertito molto".

Valentino ha ripercorso tutta la sua carriera e ha individuato una data precisa per dividere in due il suo percorso nel motociclismo: "Durante la prima parte della mia carriera, ho dominato. Ho vinto con tutte le moto che ho guidato, ho vinto nove titoli mondiali… A parte il mio primo anno nel 1996, non sono mai finito oltre il secondo posto in campionato. Tutto mi sorrideva. La seconda parte della mia carriera è iniziata al Mugello, nel 2010, quando mi sono rotto una gamba durante le prove del GP d’Italia. Più esattamente due mesi prima, quando mi sono slogato una spalla. Da quel momento in poi, niente è più stato lo stesso. È vero che non ho mai più vinto un Mondiale".

Infine, in merito alla sua esperienza nel GT World Challenge Europe il Dottore ha affermato: "L'unica differenza è che ora le gare sono sulle quattro ruote. Io sono ancora un pilota".

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