La nuova Ferrari SF-24 spiegata dall’ingegner Mazzola: “Perché non è una rivoluzione totale”
Quando manca ormai pochissimo all'inizio del Mondiale di Formula 1 2024 tutti i team hanno svelato le proprie monoposto per la nuova stagione. La Ferrari ha svelato la sua SF-24 che sarà affidata a Charles Leclerc e Carlos Sainz, la Mercedes ha presentato la sua W15 e la Red Bull ha mostrato la sua RB20 in anteprima in uno shakedown andato in scena prima della presentazione ufficiale. E anche McLaren, Aston Martin e Alpine hanno tolto il velo alla macchina con cui correranno nell'imminente campionato.
Ogni team, chi più chi meno, ha introdotto delle novità e delle soluzioni per portare in pista una vettura più performante rispetto a quella con cui ha preso parte allo scorso Mondiale. Novità e soluzioni che siamo andati ad analizzare in una lunga intervista con l'ingegner Luigi Mazzola che per oltre 20 anni è stato uno dei tecnici di rilievo della scuderia Ferrari ricoprendo ruoli importanti durante l'era d'oro del dominio con Michael Schumacher e anche quando nel 2007 Kimi Raikkonen conquistò quello che ancora oggi è l'ultimo titolo piloti centrato dalla squadra di Maranello e nel 2008 quando si centrò l'ultimo mondiale costruttori in F1.
Con lui abbiamo analizzato da cima a fondo, dettaglio per dettaglio, la nuova SF-24 presentata dalla Ferrari e gli aspetti salienti e le principali innovazioni delle monoposto dei team rivali, passando poi anche, da esperto di comunicazione e performance coach qual è, a parlare della gestione della scuderia da parte del team principal Frederic Vasseur, di cosa manca attualmente a Maranello e cosa potrà portare invece Lewis Hamilton dal 2025.
Ha visto la nuova Ferrari SF-24? Cosa ne pensa?
"Dal punto di vista estetico essendo una Ferrari è sempre bella. Dal punto di vista tecnico dalla presentazione e dai primi giri a Fiorano si può vedere poco perciò mi baserò più su quello che hanno detto. Credo che abbiano lavorato sulla distribuzione dei pesi e la riduzione dei pesi per stare entro il limite se non addirittura metterci delle zavorre. Certamente si vede un lavoro interessante e molto importante fatto sul bodywork con concetti più spinti rispetto a quella che è stata l'evoluzione della SF-23 durante l'anno scorso: mi riferisco alle pance, alla bocca dei radiatori, alla relazione che c'è tra la pancia e il fondo.
A livello aerodinamico dunque…
"Sì. Dal punto di vista aerodinamico si vede che c'è un concetto che va alla ricerca di un maggior carico e anche di una riduzione del drag e quindi maggiore efficienza. A livello di sospensioni invece non ho visto grandi novità se non qualche adattamento per andare a limitare l'effetto del porpoising o comunque tenere bassa la vettura con l'irrigidimento della parte delle sospensioni affinché si possa girare più bassi".
C’è chi dice che è una vettura completamente rivoluzionata e chi invece accusa la Ferrari di aver avuto poco coraggio…Lei da che parte sta?
"Dire che è completamente rivoluzionata forse è un po' esagerato. Però, pur essendo un'evoluzione della SF-23, si vede che la macchina di quest'anno è diversa. Si vede che hanno esasperato certe soluzioni che avevano già adottato nel corso della passata stagione. Dunque non si può negare che la macchina è diversa: ha delle innovazioni che vanno nella direzione degli obiettivi che si erano prefissati (quindi una macchina più sincera, più guidabile, con più carico e con più efficienza)".
Dal suo punto di vista qual è la soluzione più interessante introdotta dalla Ferrari quest’anno?
"La soluzione più interessante è quella delle pance, quella del raccordo dei flussi di ingresso, bocca dei radiatori e poi con il diffusore e con il fondo. È tutto molto più lavorato, molto più armonico e, sembra, molto più studiato da un punto di vista aerodinamico. L'aria una volta passata dall'ala anteriore comincia ad essere deviata verso il basso per cercare di aumentare l'effetto Venturi e poi, con tutto il nuovo raccordo del bodywork che c'è nella parte superiore, ha uno sfogo finale verso il posteriore con questi tunnel abbastanza pronunciati molto più lineare. È bello vedere come ci sia una geometria lineare, ben raccordata e fluida".
Ferrari è rimasta l'unica in griglia con la sospensione posteriore pull-rod, può essere uno svantaggio?
"Innanzitutto dobbiamo sfatare un mito: l'importanza delle sospensioni è relativa. Vedere un pull-rod o vedere un push-rod è prettamente una questione aerodinamica, non è tanto una questione di cinematismi, e dunque non fa tanta differenza. Nelle sospensioni ciò che conta è la rigidezza e che non vi siano delle deformazioni dei bracci, dei tiranti o di convergenza dovute ai carichi elevati. La geometria in sé (che sia pull-rod o push-rod) non è così rilevante nell'ambito della gestione delle gomme. Ovviamente non bisogna sbagliare gli angoli geometrici, la loro variabilità nel momento in cui la macchina si alza in frenata o si abbassa col carico, la variabilità degli angoli di convergenza e degli angoli di camber, ma a quei livelli queste cose non si sbagliano, dunque non credo che sia l'origine del problema della gestione delle gomme.
E dunque cosa influisce sulla gestione delle gomme in gara?
Ad influire sulla gestione della gomma è piuttosto la capacità di produrre carico aerodinamico mantenendo comunque la macchina sempre gestibile e prevedibile per il pilota. Ciò che fa veramente la differenza nel consumo delle gomme e nella consistenza e nella costanza dei tempi durante un long run è la variabilità dei transitori aerodinamici. Ovviamente, nel momento in cui tutto ciò non viene fatto alla perfezione, allora le sospensioni assumono importanza".
Abbiamo visto praticamente tutte le nuove monoposto: c’è qualcuna che l’ha maggiormente impressionata?
"Il lavoro che ha fatto la Mercedes con la W15 è quello che mi ha colpito di più. Hanno lavorato veramente tanto nei singoli dettagli: l'ala anteriore è davvero qualcosa di diverso rispetto a quello che abbiamo visto fino all'anno scorso con dettagli davvero innovativi. Ma anche sul corpo vettura hanno portato soluzioni interessanti. Chiaramente devono recuperare due anni di ‘blackout', ma ho visto che adesso hanno cambiato radicalmente filosofia e cominciano a presentare una macchina un po' più tradizionale ma con una marcata differenza rispetto agli anni precedenti. Poi mi sembra abbiano modificato anche la posizione di guida del pilota e ciò significa che hanno anche lavorato sulla distribuzione dei pesi. Tutto questo mi fa pensare che sia stata la squadra che ha fatto il lavoro più massiccio sulla macchina.
E le altre?
"Per la Red Bull aspettiamo la presentazione ufficiale. Poi ho visto anche soluzioni interessanti portate dall'Alpine e dall'Aston Martin che ha lavorato molto sul corpo vettura e, a mio avviso, può essere l'outsider di questo campionato, mentre in McLaren mi pare non abbiano fatto grandi modifiche rispetto alla vettura con cui hanno terminato la passata stagione".
Tra tutte quelle viste sulle nuove monoposto qual è la soluzione più estrema che ha notato? Quella che la stuzzica di più…
"L'ala anteriore della Mercedes perché è evidente che è frutto di tanto pensiero e di un'interpretazione del regolamento. Quel filo che simula un quarto flap è un'idea innovativa così come le altre soluzioni adottate. Ovviamente si tratta di un'interpretazione al limite del regolamento quindi credo che il team sia confrontato con la FIA prima di metterla sulla macchina".
Come vede questo Mondiale 2024 dunque?
"Credo che il 2024 possa essere un campionato interessante dove Ferrari, Mercedes, McLaren, Aston Martin e Alpine cercheranno effettivamente di ridurre il gap che c'è rispetto alla Red Bull e credo che in parte ci riusciranno".
La rivoluzione di Vasseur sta procedendo a rilento: cosa manca secondo lei all’organico della Ferrari per fare l’ultimissimo step?
"Bisogna vedere innanzitutto chi arriverà quest'anno a livello di tecnici perché ad ora, almeno per quel che riguarda le figure di primo piano, non mi pare vi siano stati grandi cambiamenti. Anche la SF-24 è stata ideata, progettata e realizzata dagli stessi tecnici che avevano ideato, progettato e realizzato le vetture dello scorso anno e di due anni fa. Io credo che la Ferrari sia un team che abbia bisogno di grande motivazione e grande energia, quindi di persone che ci credono e hanno la volontà di spingere e lavorare per vincere, cioè di persone che hanno la mentalità vincente. E questo alla Ferrari manca in questo momento ed anche negli anni precedenti era, a mio avviso, uno degli aspetti che doveva essere migliorato.
La direzione presa a suo avviso è quella corretta?
"Vedremo se il lavoro di Vasseur va in quella direzione. Sicuramente l'arrivo di Hamilton organizzato da John Elkann va in quella direzione perché si presenta un pilota che ha vinto tanto e ha quella mentalità vincente che serve per vincere. Il grande passo avanti finora è questo, per il resto non ho ancora visto degli step da questo punto di vista. Vedremo quest'anno che è il suo vero primo anno: adesso deve spingere il team verso una certa direzione".
Cosa si aspetta quindi dalla Ferrari in questo 2024?
"Primo punto: la macchina deve essere competitiva. Secondo punto: la gestione della macchina in maniera competitiva. Terzo punto: la volontà, la passione e l'energia da parte di tutta l'azienda a lavorare e a spingere per vincere".
L’arrivo di Lewis Hamilton può essere d’aiuto in questo senso?
"È il vero salto di qualità perché si porta una persona vincente. Allo stato attuale non vedo persone vincenti in Ferrari, perché anche il buon Vasseur non è che abbia vinto tanto in Formula 1. Servono dunque persone che abbiano vinto, che abbiano questa voglia e questa necessità di vincere. E l'ingaggio di Hamilton va in quella direzione indipendentemente dalla sua età. Se ciò sarà decisivo dipenderà dalla motivazione con cui arriva, ma io sono certo che ha ancora una grande motivazione dato che gli si presenta l'opportunità di portare un team alla vittoria (perché questo si chiede alla Ferrari avendo preso Hamilton), di diventare il pilota più titolato della storia vincendo in Ferrari. Per lui questa sarà una fonte di motivazione meravigliosa. Dunque Hamilton può portare quella dose di energia e motivazione che consenta alla Ferrari di innalzare la qualità del team".