La notte insonne dei meccanici della MotoGp: corsa contro il tempo per il Gran Premio d’Argentina
Nei box di Termas de Rio Hondo la luce è ancora accesa. Gli occhi sono sbarrati e arrossati per il sonno. Stanchezza e riposo non esistono, è un lusso che nessuno si può permettere affinché lo spettacolo continui. Lo sguardo è di quelli che non dormono da un giorno. Il Gran Premio della MotoGp in Argentina è già iniziato, a correrlo contro il tempo, perché montaggio, messa a punto e revisione dei mezzi siano pronte, sono i meccanici dei team che hanno lavorato tutta la notte (e ancora sono all'opera).
In poche ore devono svolgere il lavoro che abitualmente è fatto in almeno un paio di giorni. "La maggior parte delle persone che sono qui passerà la notte in bianco – ha ammesso nell'intervista a L'Equipe, il team manager della scuderia KTM Tech3 Hervé Poncharal -. Dovremo farlo anche noi che eppure abbiamo due moto su quattro pronte". Annullate le libere del venerdì, quelle odierne (FP3 e FP4) saranno un po' più lunghe (60 minuti e non 46) e scandiranno i ritmi serrati fino alle qualifiche che inizieranno alle 17.05 (ore 22.05 in Italia in base al fuso orario) mentre il warm-up di domenica passa da 20 a 40 minuti.
Il programma della tappa è stato stravolto, cancellato e riscritto col rischio addirittura che la gara saltasse a causa di un guasto tecnico a uno degli aerei cargo che trasportava materiali. Più tempo trascorreva, più aumentava il rischio che i motori restassero spenti. Il Boeing 747-222B partito dall'Indonesia era rimasto bloccato nello scalo in Kenya per colpa di una valvola motore ed è transitato attraverso Lagos in Nigeria (dove ha perso ancora qualche ora) e poi ancora il Brasile, per fare rifornimento prima di dirigersi verso l'aeroporto di Tucuman.
Da lì è iniziata la carovana di tir verso il circuito per trasportare cento tonnellate tra casse e rifornimenti verso il circuito sudamericano. Erano le 2 di notte quando nei paddock il rumore della carovana ha interrotto quel silenzio che prometteva nulla di buono.
Pericolo scampato? Sì ma come se non bastasse a rendere ancora più imbrigliata la matassa degli aspetti logistici c'è anche la guerra in Ucraina. Il motivo lo ha spiegato il CEO di Dorna Sports, Carmelo Ezpeleta, chiarendo come i problemi di trasporto siano stati aggravanti (anche) dalle sanzioni inflitte ai russi considerato che almeno il 20% delle compagnie di trasporto merci utilizzate in passato avevano sede in Russia.