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La mossa diabolica di Alonso su Perez nel GP Brasile: come si è preso quei centimetri al fotofinish

Le geniali mosse e contromosse che hanno permesso a Fernando Alonso di battere al fotofinish per appena 53 millesimi Sergio Perez nel GP del Brasile della Formula 1 2023: ecco come lo spagnolo ha accumulato quella manciata di centimetri di vantaggio sul messicano della Red Bull che gli hanno consentito di vincere il lunghissimo e serratissimo duello e salire sul podio ad Interlagos.
A cura di Michele Mazzeo
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Il Gran Premio del Brasile della Formula 1 2023 ha regalato una serie incredibile di momenti emozionanti da prima della partenza (con il clamoroso incidente di Leclerc nel giro di formazione costato il ritiro al pilota Ferrari) fino alla bandiera a scacchi grazie sopratutto al serratissimo duello per il terzo gradino del podio, conclusosi al fotofinish, tra Fernando Alonso e Sergio Perez. Una sfida quella tra lo spagnolo dell'Aston Martin e il messicano della Red Bull che ha catalizzato l'attenzione di tutti negli ultimi 20 giri di gara con i due che, mentre Max Verstappen andava a conquistare la sua diciassettesima vittoria stagionale davanti al solido Lando Norris, hanno dato vita ad una lotta senza esclusioni di colpi mettendo in mostra tutte le proprie abilità.

Una sfida serratissima che ha visto il due volte campione del mondo precedere di pochi centimetri (53 millesimi il distacco tra i due al momento del passaggio sotto la bandiera a scacchi) il rivale di giornata, un vantaggio quasi irrisorio dopo una gara lunga 71 giri che è però bastato per permettere a Fernando Alonso di compiere l'ennesima impresa della sua straordinaria carriera in Formula 1 riportando un'Aston Martin in crisi sul podio e riuscendo a tenere dietro un pilota a bordo della monoposto che, senza ombra di dubbio, è la migliore del lotto. Un vantaggio quasi impercettibile frutto però di una gara praticamente perfetta da parte del 42enne di Oviedo che ha costruito questo risultato fin dalle primissime battute: da quando cioè alla ripartenza dopo l'interruzione con bandiera rossa per l'incidente tra Magnussen e Albon ha superato e staccato un osso duro come Lewis Hamilton senza ingarellarsi in un duello che avrebbe avuto inevitabili ripercussioni sui suoi pneumatici e avrebbe di certo condizionato il prosieguo della sua corsa.

Ed è stato lo stesso spagnolo, al termine della gara, ad evidenziare come quella sia stata una delle mosse più importanti che gli hanno permesso poi di arrivare al traguardo con quei 53 millesimi di vantaggio su Sergio Perez che gli sono valsi un incredibile ritorno sul podio:  "Onestamente, il sorpasso più importante della gara secondo me è stato quello su Hamilton alla curva quattro, al primo giro dopo la ripartenza. Quello ha cambiato la mia gara. Se avessi dovuto lottare contro Hamilton nel primo stint non avrei avuto poi le gomme per allungare e avere un vantaggio contro Checo nel secondo e terzo stint" ha difatti sottolineato il pilota dell'Aston Martin ai microfoni di AS dopo la gara di Interlagos.

Ma nel momento in cui Sergio Perez si è presentato negli scarichi della sua AMR23 mancavano ancora 20 giri al termine della corsa ed è lì che Fernando Alonso ha fatto vedere a tutti perché, nonostante l'età, ha ancora un posto nella ristretta cerchia dei migliori piloti del mondo. Per 18 tornate infatti è riuscito a tenere dietro la Red Bull numero #11 che aveva il vantaggio di poter utilizzare il DRS e per farlo ha dovuto dar fondo a tutta la sua sagacia tattica mettendo in pista delle contromosse che solo pochissimi piloti possono arrivare a studiare e mettere in pratica: "Essendo davanti hai un vantaggio in termini di grip nelle ultime tre curve e quindi bisognava fare attenzione a non commettere errori in quelle tre curve perché Checo si sarebbe avvicinato troppo. Ho deciso di usare tutta l'energia sui rettilinei per non dargli una possibilità di attaccarmi con il DRS. Inoltre cambiavo la mia traiettoria, perché non volevo fare sempre la stessa cosa: a volte all'interno, a volte all'esterno, di modo che non gli fosse chiara la direzione nel momento in cui andava a cercare aria pulita. In questo modo gli generavo turbolenza sul naso della vettura" ha infatti spiegato lo stesso asturiano dopo la corsa spiegando nel dettaglio le ingegnose mosse che gli hanno consentito di tenere dietro per quasi un terzo di gara la Red Bull del messicano che aveva anche il vantaggio di poter utilizzare l'ala mobile nei due lunghi rettilinei.

Nonostante ciò però a due giri dalla conclusione il podio per Fernando Alonso sembrava ormai essere sfumato nel momento in cui Sergio Perez era riuscito a piazzare quel sorpasso che le contromosse dello spagnolo avevano evitato in tutti i modi fin lì: "Checo stava lottando ad armi pari e aveva comunque gomme buone nel finale e così a due giri dal termine mi ha sorpassato. A quel punto ho pensato: ‘ok, è andata!'" ha difatti confessato il due volte iridato che però aveva ancora un'ultima possibilità di conquistare quel podio tanto agognato.

E per farlo ha dovuto dare nuovamente fondo a tutta la sua abilità nello sfruttare anche una piccolissima sbavatura da parte dell'avversario e nel mettere in atto delle mosse geniali per non dare a quest'ultimo alcuna possibilità di replica. E così, quando tutto sembrava ormai deciso, ecco che arriva l'ultimo coup de théâtre del 42enne di Oviedo che si accorge che Sergio Perez ha frenato in anticipo sul rettilineo del traguardo ad inizio dell'ultimo giro e che quindi spingendo al massimo la sua Aston Martin avrebbe avuto un ultimissimo colpo per provare a riprendersi quella preziosissima terza posizione: e così prima ha adoperato il DRS in maniera chirurgica sul rettilineo dei box di modo da avere una migliore traiettoria nella percorrenza della successiva "Esse di Senna" e avere una maggiore trazione rispetto al messicano in ingresso del secondo rettilineo, quello della "Rete Oposta", dove sfruttando l'ala mobile ha potuto sopravanzare la Red Bull all'esterno e poi chiudergli lo spazio in uscita di curva 4 (l'ultimo punto del tracciato in cui era possibile superare).

Da lì l'unico ostacolo tra sé e il podio era non commettere errori nel tratto più guidato del tracciato (soprattutto le curve 10, 11 e 12) e nella curva d'ingresso nel rettilineo finale. Cosa che Fernando Alonso ha fatto giungendo sotto la bandiera a scacchi con quei fondamentali 53 millesimi di secondo, cioè poco più di una manciata di centimetri, che sono bastati per trasformare una grande prestazione in un'impresa epica.

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