La moglie di Michael Schumacher rompe il silenzio dopo il processo: “Sentenza troppo clemente”

Non c'è pace per la famiglia del sette volte campione del mondo di Formula 1 Michael Schumacher. Dopo la tentata estorsione di cui è stata vittima, aver denunciato e aver dovuto assistere ad un processo che ha messo a rischio quella la privacy del marito che fin dall'incidente sugli sci che ha stravolto la sua esistenza tenta in tutti i modi di tutelare, la moglie Corinna è stata costretta nuovamente ad esporsi pubblicamente in seguito alla sentenza di primo grado che ha condannato sì i tre imputati per il ricatto messo in atto nei suoi confronti ma infliggendo loro pene che lei stessa valuta poco severe.
La 55enne, dopo anni, ha infatti rotto il silenzio pubblicando un comunicato nel quale annuncia di aver fatto ricorso contro la sentenza del tribunale tedesco spiegando anche nel dettaglio il motivo per il quale è stata costretta a prolungare la questione giudiziaria.

"Abbiamo presentato ricorso contro quella che consideriamo una sentenza fin troppo clemente nei confronti del signor F. A mio parere, è lui la mente dietro tutto questo. Quello che mi sconvolge ancora di più è la massiccia violazione della fiducia. Dovrebbe ricevere una punizione che scoraggi qualsiasi potenziale imitatore" recita difatti la nota diramata da Corinna Betsch a nome di tutta la famiglia Schumacher.
La moglie dell'ex pilota F1 non ha accolto bene l'entità delle pene comminate ai tre uomini (3 anni di reclusione a colui che ha fattivamente ricattato la famiglia del campione tedesco, 6 mesi al figlio accusato di favoreggiamento e 2 anni e mezzo con pena sospesa all'ex addetto alla sicurezza di casa Schumacher) che hanno provato ad estorcerle 15 milioni di euro essendo in possesso di 1500 file riservati che includevano foto, video e cartelle cliniche che, se divenute di dominio pubblico, avrebbero svelato di fatto le reali condizioni di salute di Michael Schumacher dall'incidente del 2013 ad oggi.

A far indignare Corinna Betsch, come si evince chiaramente dal comunicato, è stata soprattutto la lieve condanna inflitta a Markus Fritsche, l'uomo che ha lavorato per cinque anni come bodyguard nella loro villa sul lago di Ginevra creando nel frattempo il database da 1500 file privati inerenti lo stato di salute del leggendario pilota della Ferrari con cui poi si è provato a ricattare la donna chiedendo 15 milioni di euro per non pubblicare nel darkweb foto che immortalano l'ex pilota della Ferrari dopo l'incidente sugli sci, le sue cartelle cliniche e l'elenco dei farmaci che gli sono stati somministrati nel corso di questi undici anni.

Secondo Corinna infatti quest'ultimo sarebbe la mente criminale che avrebbe orchestrato la tentata estorsione e pertanto meriterebbe una pena molto più severa di quella comminatagli dal giudice in primo grado. La moglie di Michael Schumacher spera infatti che in appello l'ex addetto alla sicurezza che ha tradito la sua fiducia riceva una punizione molto più dura che possa fungere da deterrente per chi, in futuro, pensasse di emularlo. Cosa, quest'ultima, che, evidentemente, al momento considera prioritaria rispetto a tutto il resto dato che per ottenerla ha dovuto sacrificare parte di quella privacy, del marito e di tutta la sua famiglia, che in tutti i modi da oltre 11 anni tenta di proteggere.