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La minaccia di papà Mazepin, Haas sotto ricatto nel 2021: “Fatelo o vi faccio smettere di correre”

La nuova stagione della serie Netflix ‘Drive to Survive’ rivela che nel corso del Mondiale di Formula 1 2021 il magnate russo Dmitry Mazepin ha minacciato la Haas di lasciarla senza finanziamenti costringendola così a smettere di correre se si fosse rifiutata di esaudire le richieste del figlio, il pilota Nikita Mazepin.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina la posizione del pilota russo Nikita Mazepin è ancora in bilico. Per la FIA il 23enne moscovita potrebbe partecipare al prossimo Mondiale di Formula 1 2022 sotto la bandiera della stessa Federazione Internazionale, ma la sua scuderia, la statunitense Haas, non ha ancora deciso se confermarlo al fianco di Mick Schumacher o se sostituirlo con un altro driver (nel caso il brasiliano Enzo Fittipaldi e l'italiano Antonio Giovinazzi sarebbero i candidati principali). Molto dipenderà da come si risolverà la questione legata alla sponsorizzazione da parte di Uralkali, la società di proprietà del magnate russo Dmitry Mazepin, papà del pilota, che dallo scorso anno, per assicurare un sedile in F1 al figlio, è diventato il principale finanziatore della stessa squadra americana.

Finanziamenti vitali per la sopravvivenza del team che però hanno messo in una posizione di forza il magnate russo tanto che, come svela l'anteprima della nuova stagione della serie Netflix "Drive to Survive" (che uscirà il prossimo 11 marzo), nel corso della scorsa stagione lo stesso Dmitry Mazepin li ha usati come arma di ricatto nei confronti della stessa scuderia.

Nel corso del Mondiale di Formula 1 2021 infatti il magnate russo ha apertamente minacciato di ritirare il suo sostegno economico alla Haas qualora si fossero rifiutati di dare al figlio Nikita Mazepin il telaio della VF-21 usato fino a quel momento dal compagno di squadra Mick Schumacher.

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Tutto nasce dai risultati ottenuti in avvio di stagione con il russo che veniva regolarmente battuto in pista dal tedesco. Secondo la famiglia Mazepin ciò era dovuto al fatto che il telaio di Nikita e Mick sarebbe stato diverso (più pesante quello del moscovita, più leggero quello del figlio del leggendario Michael Schumacher). Da qui la richiesta di Dmitry di scambiare le vetture tra i due piloti a cui il team principal Gunther Steiner ha risposto rassicurando sul fatto che i due avessero lo stesso telaio: "È la stessa macchina. Anche se pensi che non lo sia, è la stessa macchina" ha infatti controbattuto il numero uno del muretto della Haas secondo quanto riporta il sito Race Fans che ha avuto modo di visionare in anteprima la nuova stagione della serie TV Netflix.

La risposta di Steiner non ha però convinto papà Mazepin che, durante il Gran Premio di Spagna (andato in scena a Barcellona dal 7 al 9 maggio 2021), ha parlato con il consigliere del team Jesper Carlsen minacciando esplicitamente il ritiro immediato dei finanziamenti qualora non fossero state subito scambiate le vetture tra i due piloti:

"Se non verranno scambiati i telai manderò una lettera ufficiale per comunicare che smettiamo di finanziare la squadra e smettiamo di correre – ha detto infatti Dmitry Mazepin all'ex pilota danese –. Ci sarà un grosso problema con i soldi e loro dovranno decidere cosa fare perché non andiamo avanti con questi ‘lo faremo, ci proveremo, ecc..'. Ci abbiamo già provato per tre gare e se togliamo Uralkali si smette di correre. Quindi: scambiare il telaio! Tutti sanno che qualcuno qui ha un vantaggio" ha infine concluso il magnate russo facendo chiaro riferimento alla sua convinzione sul fatto che Mick Schumacher fosse favorito rispetto al figlio Nikita.

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Dopo questo colloquio Carlsen ha informato Steiner della minaccia di Dmitry Mazepin e, dopo lo sfogo pubblico del figlio che in Austria si è lamentato davanti alle telecamere di aver guidato una vettura più pesante rispetto a quella del suo compagno di squadra, la Haas lo ha accontentato fornendo un nuovo telaio a Nikita a partire dal Gran Premio del Belgio. Successivamente Gunther Steiner ha ammesso che stavano utilizzando pesi del telaio diversi tra due vetture, ma precisando che fin lì erano stati ruotati equamente tra i due piloti.

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