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La lettera della moglie di Grosjean: “Papà è un supereroe, così ho spiegato il miracolo ai nostri figli”

Marion Jollès Grosjean, moglie di Romain, ha pubblicato una lettera su Instagram dopo il terribile incidente del marito nel GP del Bahrain: “Papà è un supereroe, è così che ho spiegato ai nostri figli l’inspiegabile. Ho parlato di uno ‘scudo dell’amore’ che ti ha protetto. Dico grazie ai nostri figli, l’amore per loro ti ha spinto fuori dal fuoco. Non c’è voluto un miracolo, ce ne sono voluti diversi”.
A cura di Michele Mazzeo
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Il terribile incidente che ha coinvolto Romain Grosjean nel GP del Bahrain ha sconvolto tutti. Il violento impatto (a 221 km/h), la sua Haas spezzata in due e la palla di fuoco levatasi su quella barriera alla curva 3 del circuito di Sakhir, e poi 28 interminabili secondi senza sapere quali fossero le condizioni del pilota prima che riemergesse dalle fiamme e uscisse dal quel groviglio infuocato con il supporto degli uomini della medical car giunti immediatamente in suo soccorso. Immagini che rimarranno per sempre scolpiti nella memoria di tutti coloro hanno assistito a questa tragica scena per fortuna dal lieto fine.

L'Halo, la cellula di sicurezza, la grande resistenza fisica e lo spirito di sopravvivenza del pilota, la tempestività dei soccorsi: questi i 4 miracoli che hanno salvato la vita di Romain Grosjean in Bahrain. E forse sono anche di più per la moglie Marion Jollès Grosjean, sposata con Romain dal 2012, che ha pubblicato una toccante lettera su Instagram dopo il terribile incidente del marito in Bahrain rivelando anche come ha spiegato ai suoi figli "l'inspiegabile": "Papà è un supereroe!"

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"Ovviamente questa notte non ho dormito. E ad essere onesta, non sono sicura di cosa scriverti. So solo che va bene farlo. Mi ha sempre aiutato – ha scritto infatti in un lungo post su Instagram la bellissima giornalista e conduttrice tv francese -. Comunque … Questa mattina non ti mentirò, le parole non vengono facilmente. Lo farà ridere, lui che sa quanto sono loquace. Lui a cui ho sempre scritto tanto, appunto. E poi non sapevo nemmeno cosa pubblicare come foto. Quale immagine conservare di ieri? Quella delle fiamme? La sua, tenuto a distanza dai suoi salvatori? I rottami della sua macchina? Ho messo questa (una foto di loro due insieme mentre festeggiano il titolo conquistato in GP2 dal pilota francese, ndr) un po' stupidamente. Perché entrambi indossiamo la stessa maglietta del titolo GP2. Quella con cui a volte dormo ancora. Avrei preferito che avesse la parola "supereroe" piuttosto che "campione", ma se sarà necessario, la faremo su misura. Per i bambini, perché è così che gli abbiamo spiegato l'inspiegabile.
Su Twitter, in ritardo, ho citato le parole utili, le parole urgenti, per proteggerli soprattutto. Ho accennato allo "scudo dell'amore" che lo aveva protetto. Oggi bisognerà trovare altre formule, inventare altre frasi sensate, esprimere i sentimenti. Li troveremo insieme. Le formule di gratitudine, per gli uomini dell'auto medica. Formule di amicizia, per Jean Todt e la sua immancabile umanità. Forme di ringraziamento per tutti voi, che avete dimostrato il vostro sostegno, il vostro affetto, la vostra gentilezza che ci stanno tanto a cuore. Grazie alla famiglia di Jules Bianchi; a suo padre Philippe, a cui continuo a pensare. A Jules stesso. A Kevin Magnussen per le sue parole. Alle squadre di Canal + per la loro delicatezza. Ne dimenticherò un po', perdonatemi.
Grazie ai nostri figli che lo hanno spinto fuori dal fuoco. Grazie al suo coraggio, alla sua implacabilità, alla sua forza, al suo amore, alla sua preparazione fisica che probabilmente lo hanno tenuto in vita (Kim, Dan, vi voglio bene ragazzi). Non c'è voluto un miracolo, ce ne sono voluti diversi ieri.
Ti bacio".

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