La fusione tra Honda e Nissan stravolge il mercato delle auto: sarà il terzo gruppo al mondo
L'industria automobilistica globale è pronta ad essere nuovamente stravolta da una fusione tra due delle più importanti case giapponesi. Honda e Nissan, attualmente secondo e terzo produttore nipponico, hanno iniziato l'iter per la fusione che darà vita al terzo gruppo mondiale del settore automotive, nel quale potrebbe confluire anche Mitsubishi (che deciderà nel gennaio 2025). I due colossi del Paese del Sol Levante (Honda ha una capitalizzazione di mercato di oltre 40 miliardi di dollari, mentre Nissan è valutata circa 10 miliardi dollari) hanno già sottoscritto un memorandum di intesa per iniziare il processo di fusione attraverso la creazione di una holding congiunta (nella quale confluirebbe eventualmente anche la Mitsubishi Motors) che dovrebbe vedere la luce nell'agosto del 2026.
Già stabiliti i passaggi intermedi per arrivare all'agosto del 2026 (quando è prevista la quotazione in borsa del nuovo gruppo automobilistico): entro giugno 2025 si dovrà presentare un accordo definitivo di integrazione delle attività, entro aprile 2026 convocare le assemblee degli azionisti per avviare il delisting dalla Borsa di Tokyo dei titoli Nissan e Honda. Deciso anche che Honda avrà un peso specifico superiore in quanto nominerà la maggioranza del consiglio di amministrazione della holding, compreso il capo-azienda).
Se la fusione andasse in porto si creerebbe così il terzo gruppo automobilistico al mondo per vendite di veicoli dopo Toyota e Volkswagen con le vendite globali che si attesterebbero intorno agli 8 milioni di auto l'anno (e se entrasse anche Mitsubishi si potrebbe anche puntare ad insidiare il secondo posto del gruppo tedesco), un fatturato atteso superiore a 30mila miliardi di yen (più 1,8 miliardi di euro al cambio attuale) e un utile operativo di oltre 3mila miliardi di yen (183 milioni di euro), capace di contrastare il predominio dei veicoli elettrici prodotti dalle case concorrenti cinesi e, negli Stati Uniti, di essere competitivi anche dopo l’applicazione dei nuovi dazi annunciati dalla seconda amministrazione Trump.
Una fusione che dunque risolleverebbe le sorti delle due storiche case giapponesi che stanno facendo i conti con l'ascesa di Byd e altri marchi locali che producono auto elettriche e ibride che gli ha fatto perdere molto terreno in quello che è il più grande mercato del mondo, cioè la Cina. Honda ha infatti riportato utili peggiori a livello globale rispetto a quelli preventivati proprio a causa delle mancate vendite sul mercato cinese, mentre Nissan è stata addirittura costretta ad annunciare un taglio del personale (circa 9mila licenziamenti) e una riduzione di un quinto della capacità produttiva mondiale dopo aver visto crollare le vendite sia in Cina che negli Stati Uniti.
Tale fusione fa gola anche ad altri colossi tanto che l'azienda taiwanese, leader mondiale nella produzione di componenti elettrici ed elettronici, Foxconn (76 miliardi di dollari di capitalizzazione), che vuole allargare il proprio campo d'azione entrando nel settore della produzione di veicoli elettrici, attraverso la sua controllata Foxtron Vehicle Technologies, sarebbe in trattative con Renault, azionista di maggioranza di Nissan, per provare ad acquistare, in parte o tutto, il suo pacchetto azionario. Una trattativa che però non sembra essere vista di buon occhio dalla Honda che nel caso Foxconn entrasse nel capitale della casa di Yokohama, potrebbe addirittura far saltare la fusione.