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La frustrazione di Hamilton in Ferrari spiegata con un gesto: la reazione gela il boss della FIA

Il pilota inglese sembra ignorare il numero uno della Federazione ma non è così. Al termine del Gran Premio in Bahrain ha ammesso tutte le difficoltà alla guida della Rossa: “Non mi aspettavo di essere a questo punto”.
A cura di Maurizio De Santis
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Lewis Hamilton passa davanti al numero della FIA, Ben Sulayem, e sembra ignorarlo. Lui spalanca le braccia per salutarlo, il campione inglese gli dedica appena un cenno e tira dritto. Non è mancanza di rispetto né un gesto polemico che nasconde altro ma una reazione d'impulso per la frustrazione di non essere ancora riuscito a ‘capire' bene come condurre la Ferrari fuori dal guado e, più ancora, come poterla guidare nel migliore dei modi perché – problemi a parte – è tutto diverso. Lo ammette lui stesso nel dopo gara in Bahrain confessando che non pensava sarebbe stato così difficile, ecco perché non mostra molta voglia di perdersi in cerimonie. È stato sì votato quale pilota del giorno per la sua prestazione a Sakhir (è partito dalla nona posizione e ha chiuso al quinto posto) ma non può essere contento. Come potrebbe uno sportivo del suo rango?

"Non immaginavo che le mie prestazioni sarebbero state queste e soprattutto che avrei incontrato così tante difficoltà ad adattarmi alla macchina", dice Hamilton che non si abbandona a sfoghi polemici ma fa autocritica e poi – a scanso di equivoci – affida ai social un messaggio emozionale che è come gettare il cuore oltre ogni ostacolo. "Non mollerò di sicuro e continuerò a spingere", è la frase che scandisce nel Team Radio al termine del Gran Premio che, per dirla alla Leclerc, ha mostrato ancora una volta la più grande pecca delle Rosse: non hanno abbastanza velocità e ritmo gara elevato.

Quali sono le difficoltà al volante della monoposto di Maranello? Sir Lewis dice tutto fuori dai denti e chiarisce quel che è visibile a tutti. "La Ferrari che piloto richiese uno stile di guida molto diverso rispetto alle mie esperienze passate. Qui è completamento diverso: il motore, le impostazioni… e io sto apprendendo un poco alla volta come arrivare a trovare il giusto bilanciamento della mia vettura. Charles ha un assetto definito che funziona e riesce a tenerlo per tutto il week-end, io invece sono ancora lontano da lui e devo cercare di fare lo stesso".

Come si esce da questa situazione? Con l'unico modo possibile: disciplina, lavoro e applicazione. "Devo fare un lavoro migliore durante il fine settimana – ha aggiunto il pilota inglese -. So che posso farcela e lo farò. Penso di avere finalmente capito come è meglio che la macchina sia guidata, cosa devo fare per darle il giusto set-up. Spero di riuscire ad applicare quanto appeso in Bahrain a partire dal prossimo Gran Premio".

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