La frase che segnò la rottura tra Yamaha e Valentino Rossi: “O Lorenzo o me”
La storia di Valentino Rossi in MotoGP è indissolubilmente legata alla Yamaha, la casa giapponese con cui ha conquistato quattro dei suoi sette titoli iridati nella classe regina e con cui sta terminando la sua carriera (anche se nella squadra satellite Petronas). Una storia d'amore durata dal 2004 ad oggi che però ha avuto una brusca quanto inaspettata interruzione con il Dottore passato di colpo alla Ducati nel 2011.
A distanza di 11 anni a far luce su quell'improvvisa separazione ci ha pensato il team principal della Yamaha. In una recente intervista rilasciata a "The Oxley Interview" Lin Jarvis ha infatti svelato il motivo di quella scelta, ossia il sempre più ingombrante compagno di squadra Jorge Lorenzo:
"Abbiamo preso Lorenzo perché pensavamo che Rossi andasse in Formula 1, quindi avevamo bisogno di un successore. Valentino non era d’accordo perché era il numero uno della squadra e da allora iniziarono gli attriti. Nel 2010 – ha infatti rivelato Jarvis – ha detto ‘O Lorenzo o me', la proposta era inaccettabile e i rapporti cominciarono a incrinarsi".
Il team principal della Yamaha ha poi raccontato anche come è avvenuta la successiva riappacificazione che ha portato poi Valentino a lasciare la casa di Borgo Panigale e rientrare nella squadra ufficiale della casa di Iwata nel 2013:
"Prima del suo ritorno sono andato a incontrare Valentino nella sua casa di Tavullia – ha raccontato difatti Lin Jarvis –. È stato un momento molto speciale dopo che la nostra relazione si era deteriorata così gravemente. È tornato con un atteggiamento diverso, più modesto e riconoscente".
Sia prima che dopo però per Jarvis non è stato facile gestire due ‘prime donne' come Jorge Lorenzo e Valentino Rossi, e a ribadirlo ci ha pensato lo stesso team principal della Yamaha: "È stata una delle sfide più grandi. Devi tenere sotto controllo il tuo ego per evitare di entrare in guerra aperta quando non sei d’accordo – ha detto infatti Jarvis a riguardo –. Devi morderti le labbra. Cerchi di educare i tuoi piloti, in modo che capiscano che hanno un contratto, quindi devono rimanere nei limiti e non dire cose negative sul team".