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La FIA non esclude i piloti russi, potranno correre anche in F1 ma a due condizioni

La FIA ha deciso di non escludere dalle competizioni internazionali, compresa la Formula 1, i piloti russi e bielorussi, che però dovranno rispettare due condizioni.
A cura di Alessio Morra
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Era attesa anche la decisione della FIA, la Federazione Internazionale dell'Automobile, che doveva prendere una decisione sui piloti russi e bielorussi. Pareva scontata l'esclusione e invece non è stato così perché la FIA ha annunciato che i piloti russi e quelli bielorussi potranno ancora competere nei rispettivi campionati, ma lo faranno sotto una bandiera neutrale, quella stessa della FIA. Questo il succo del comunicato: "Piloti russi e bielorussi, singoli concorrenti hanno la possibilità di partecipare a competizioni internazionali solo in qualità di pilota neutrale e potranno concorrere sotto la ‘bandiera della FIA', previo impegno specifico e adesione ai principi FIA di pace e neutralità politica".

Dunque per quanto riguarda strettamente la Formula 1 c'è un tassello in più in favore di Nikita Mazepin, pilota della Haas che potrebbe lasciare il team entro la fine di questa settimana. Ma di sicuro non sarà bannato dalla Federazione Internazionale. Toccherà alla scuderia americana deciderà il futuro di Mazepin, che ha iniziato a vacillare dopo la decisione della Haas di togliere dalla propria vettura lo sponsor russo Uralkali, che sostiene il pilota che lo scorso anno ha fatto coppia con Mick Schumacher.

Mazepin potrebbe rimanere alla Haas, ma se lo farà non potrà correre con la bandiera russa né essere sotto l'egida della federazione russa. Nelle scorse ore Daniil Kvyat, il pilota russo con i migliori risultati di sempre in Formula 1, era stato durissimo e aveva detto che loro, i piloti russi non hanno colpe sulla guerra e non meritavano l'esclusione:

Spero davvero che in Ucraina torni la pace, che tutte le parti coinvolte possano trovare una soluzione sedendosi allo stesso tavolo e dialogando con rispetto. Mi fa orrore vedere due nazioni fraterne impegnate in questo conflitto. Non voglio che azioni militari e guerre influenzino il futuro dell’umanità. Voglio che mia figlia e tutti i bambini godano di questo mondo bellissimo. 

Vorrei anche sottolineare e rivolgermi a tutte le federazioni sportive del mondo, compreso il CIO, che lo sport dovrebbe rimanere fuori dalla politica. Non permettere agli atleti ed alle squadre russe di partecipare alle competizioni mondiali è una soluzione ingiusta e va contro ciò che lo sport insegna per principio: unità e pace.

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