La FIA liquida la presunta talpa della Mercedes, scossone in Formula 1: “Ha difeso la Red Bull”
Terminato il Mondiale della Formula 1 2022 con i titoli andati a Max Verstappen e alla Red Bull che nelle due classifiche hanno preceduto rispettivamente Charles Leclerc e la Ferrari, finiti al secondo posto grazie al sussulto d'orgoglio nell'ultimo GP di Abu Dhabi, e conclusa definitivamente la stagione con il test con vista 2023 andato in scena sul circuito di Yas Marina, per la F1 arriva una inaspettata notizia. All'indomani della chiusura ufficiale del campionato infatti la FIA ha annunciato che, dopo aver assunto il ruolo ad interim lo scorso giugno in sostituzione dell'esperto Peter Bayer, Shaila-Ann Rao non sarà più il segretario generale per il Motorsport (la figura che di fatto prende tutte le decisioni più importanti per quel che riguarda la Formula 1).
"Shaila-Ann Rao è tornata alla FIA per assistere la nuova squadra presidenziale durante il periodo di transizione come Segretario generale ad interim per il motorsport. Ha gestito con successo questo periodo di transizione, fornendo un supporto importante e assistenza al Presidente della FIA e all'organizzazione durante questo periodo. Rao lascerà quindi la FIA al termine della stagione di Formula 1. La FIA ringrazia Shaila-Ann per il suo sostegno durante questo periodo" si legge infatti nella nota diramata dalla Federazione Internazionale che ufficializza di fatto la fine del rapporto con la donna che fin dalla sua nomina ha destato molti sospetti nel paddock della F1.
Più volte infatti nel corso di questi sei mesi l'avvocato londinese di origine indiana è stata accusata, velatamente ma anche palesemente, di aver favorito la Mercedes, squadra per cui ha lavorato nei tre anni precedenti al suo approdo in FIA come braccio destro del team principal Toto Wolff. Shaila-Ann Rao infatti è stata additata come principale fautrice della famosa direttiva tecnica 039, quella che ha cambiato il regolamento a stagione in corso allo scopo di ridurre il problema del porpoising di cui soffrivano alcune monoposto, in modo particolare le Mercedes, cioè quella direttiva che ha creato una netta spaccatura nel paddock tra chi sosteneva che fosse una questione di sicurezza dei piloti e chi invece era convinto che si trattasse solo di un pretesto per permettere al team di Brackley di rimediare agli errori commessi in fase di progettazione della W13. Il suo nome è infatti venuto fuori nella furente lite tra Horner, Binotto e Wolff andata in scena a Montreal nel corso di un'infuocata riunione tra i team principal delle 10 scuderie.
Qualche giorno prima la Rao era stata già accusata di essere una talpa della Mercedes per aver passato i dettagli della direttiva alla sua ex squadra prima che questa fosse resa nota a tutti gli altri team: sospetti dettati dal fatto che i tedeschi sono stati gli unici ad apportare le modifiche permesse dalle nuove regole nel weekend di Montreal nonostante queste siano state comunicate ufficialmente ai team solo il giorno prima che cominciasse l'attività in pista del GP del Canada (e in quella circostanza l'ex patron della F1 Bernie Ecclestone fece addirittura pubblicamente il suo nome).
Le polemiche sul suo conto sono tornate poi in auge quando nel paddock della Formula 1 è esploso il caso Red Bull in merito allo sforamento del budget cap nella stagione 2021 che ha poi portato al patteggiamento con la FIA della scuderia austriaca che di fatto si è dichiarata colpevole in cambio di sanzioni più miti. La notizia infatti era trapelata molti giorni prima che la Federazione Internazionale ufficializzasse lo sforamento da parte del team di Milton Keynes e il primo a parlarne era stato proprio l'ex capo di Shaila-Ann Rao Toto Wolff che nella sua accusa pubblica è sembrato anche tradirsi in tal senso. Gli ultimi sospetti intorno ai legami tra il segretario generale della FIA e la Mercedes sono stati palesati dal superconsulente Helmut Marko secondo il quale la donna dopo aver compilato i documenti che attestavano le spese della squadra tedesca nel 2021, l'anno successivo in virtù del suo ruolo in Federazione avrebbe avuto il compito di verificare che non vi fosse stato uno sforamento del budget cap (anche se in realtà tale compito è spettato al Cost Cap Adjudication Panel creato ad hoc).
Ed è proprio in virtù dei tanti sospetti sollevati sul suo operato durante l'ultimo Mondiale di Formula 1 che, dopo aver ufficializzato il suo addio, il presidente della Federazione Internazionale Mohammed Ben Sulayem ha voluto sottolineare come Shaila-Ann Rao abbia agito "sempre con professionalità e integrità" nonché svelare un retroscena al fine di spegnere definitivamente le polemiche sul suo conto: "In realtà quando sono state applicate le sanzioni alla Red Bull per le violazioni al budget cap, lei mi ha detto che ero stato un po' troppo severo. In quel momento ho pensato: ‘Oh mio Dio! La accusano di favorire la Mercedes e lei difende la Red Bull‘" ha difatti svelato il numero uno della FIA nel tentativo di smentire una volta per tutte il fatto che l'avvocato londinese abbia sfruttato il suo ruolo di Segretario generale per il Motorsport per avvantaggiare in qualche modo la sua ex squadra e il suo ex capo Toto Wolff.