La Ferrari vuole cambiare le regole del budget cap in F1: il tetto uguale per tutti la penalizza
Mentre le monoposto sono ferme in attesa della ripresa del Mondiale di Formula 1 2024 che avverrà ad Austin con il GP degli Stati Uniti nel weekend del 20 ottobre, i big del Circus sono impegnati nelle discussioni sul futuro per quel che riguarda i nuovi regolamenti tecnici e sportivi che entreranno in vigore a partire dal 2026.
Al centro del dibattito che vede protagonisti FIA, Liberty Media e i team F1 c'è anche la definizione del nuovo Patto della Concordia (l'accordo sugli aspetti normativi, di governance e commerciali che regola la partecipazione delle singole scuderie al campionato di Formula 1 per il quinquennio 2026-2030), in quanto quello in essere scadrà a fine 2025. E, a riguardo, il tema più caldo messo sul tavolo è quello inerente il budget cap e il regolamento finanziario che da un lato dovrebbe rendere sostenibile la F1 anche per le squadre minori (cosa che ha fatto) e dall'altro dovrebbe garantire un'equità per quel che riguarda le possibilità economiche di tutti i team.
E proprio intorno a quest'ultima finalità sono nate le discussioni principali in quanto la Ferrari e la Sauber (appoggiate in parte anche da Racing Bulls e Haas) credono che il regolamento finanziario attualmente in vigore in Formula 1 non sia equo. Il tetto di spesa massimo uguale per tutti infatti dovrebbe offrire pari opportunità ai 10 team, ma così non è nel momento in cui non si tiene conto del potere d'acquisto di quel budget. In particolare, secondo le uniche squadre che non hanno sede in Gran Bretagna, a generare disparità sarebbe il costo del lavoro (una delle voci più ingombranti nel rendiconto economico e finanziario di una scuderia).
Secondo le stime infatti in Svizzera (dove ha sede la Sauber che dal 2026 diventerà Audi) e in Italia (dove opera la Ferrari e vi sono gran parte delle sedi operative della Racing Bulls e della Haas) le spese per il personale sono superiori di oltre il 20% rispetto alla Gran Bretagna. Ciò inevitabilmente comporta che, pur disponendo della stessa capacità di spesa, i team inglesi possono assumere più personale (almeno un quinto in più) rispetto alle squadre che operano invece fuori dal Regno Unito.
Da questa valutazione nasce quindi la proposta perorata in primis da Ferrari e Sauber di modificare il regolamento finanziario della Formula 1 inserendo un budget cap differenziato in funzione delle differenze di inflazione e costo del lavoro del Paese in cui hanno sede le fabbriche di ogni singola scuderia.