La Ferrari rischia l’incidente diplomatico prima del GP Arabia Saudita: “profanato” un luogo sacro
Si apre malissimo per la Ferrari il GP dell'Arabia Saudita. Alla vigilia del secondo round del Mondiale di Formula 1 2023, oltre a dover fare i conti con le critiche per le deludenti SF-23 viste in Bahrain, per la paradossale penalità che dovrà scontare Leclerc nella gara di Jeddah e con il clima di tensione che si respira all'interno della squadra dopo le dimissioni del Responsabile della monoposto e dei suoi sviluppi David Sanchez), infatti, la Scuderia del Cavallino ha anche rischiato un increscioso incidente diplomatico. La colpa è di un post pubblicato sui canali ufficiali del team di Maranello per promuovere il weekend di gara a Jeddah.
In questa locandina, accompagnata dalla didascalia "Stiamo tornando a Jeddah", infatti compariva una SF-23 parcheggiata in un salone sotto degli enormi baldacchini ripiegati a forma di ombrello. Nulla di strano, se non fosse che quell'immagine è stata presa come un gesto di profanazione di un luogo sacro da parte di tantissimi musulmani. Quella raffigurata nel manifesto è infatti la seconda moschea più grande del mondo: l'inconfondibile ‘Masjid an-Nabawi‘ (‘La Moschea del Profeta‘) che si trova nella città sacra di Medina, cioè il luogo di culto più importante per i fedeli musulmani dopo la Mecca in quanto residenza del Profeta Maometto dopo l'Ègira (l'esodo a cui convenzionalmente si fa risalire l'inizio dell'Islam).
L'uso da parte di Ferrari di questo luogo di preghiera come materiale promozionale per il GP dell'Arabia Saudita che tra l'altro si tiene a Jeddah (a 400 km da Medina) non è stato per nulla apprezzato dalla comunità musulmana. Dopo la pubblicazione della locandina sui canali social della scuderia di Maranello, difatti, vi è stata una vera e propria levata di scudi contro la scelta del Cavallino: migliaia i commenti negativi sotto i vari post su Facebook, Instagram e Twitter; tantissimi i post che accusavano la Rossa di aver mancato di rispetto alle persone di fede musulmana avendo profanato un luogo sacro.
In pochi minuti la questione aveva iniziato a scuotere l'intero mondo islamico offeso dal gesto sacrilego compiuto a loro avviso dalla Ferrari. Sembrava dunque mancare davvero poco affinché si arrivasse all'incidente diplomatico vero e proprio. Ad evitare ciò è stato il giornalista saudita esperto di motorsport Ibrahim Al-Zubadi che ha avvisato immediatamente la Scuderia di Maranello che prontamente ha ritirato il post. "Ringrazio la Ferrari per la pronta risposta alla mia nota. La Scuderia Ferrari ha immediatamente provveduto alla rimozione del manifesto dopo il mio messaggio" ha difatti scritto sul proprio profilo Twitter il giornalista annunciando che quel post che aveva creato grande indignazione era stato cancellato.
Lo stesso Al-Zubadi ha spiegato anche che non era volontà della Ferrari mancare di rispetto ai fedeli musulmani, ma che si è trattato soltanto di un errore dettato dal fatto che chi ha creato la locandina ignorava la sacralità di quel luogo: "Sono certo che non intendessero offendere nessuno. Il designer voleva semplicemente mostrare i luoghi più belli dell'Arabia Saudita e non sapeva della sacralità di questo luogo per i musulmani" ha difatti aggiunto il giornalista saudita mettendo così fine alle polemiche prima che si trasformassero in un vero e proprio incidente diplomatico. Ossia l'ultima cosa di cui avrebbe avuto bisogno la già frastornata Ferrari alla vigilia del GP dell'Arabia Saudita, secondo round del Mondiale di Formula 1 2023, dove arriva però già non potendosi permettere altri passi falsi.