La Ferrari ha rischiato di perdere la Le Mans per una misteriosa spia: brivido finale alla 24 Ore
Il ritorno della Ferrari dopo mezzo secolo nella classe regina della 24 Ore di Le Mans è stato pazzesco. La gara di durata più prestigiosa al mondo, che quest'anno festeggiava il Centenario, cominciata con la 499P numero #50 scattata dalla pole si è conclusa con la storica vittoria dell'altra Hypercar del Cavallino Rampante, la numero #51, al cui volante si sono alternati i piloti Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi.
I tre driver hanno dunque riportato a Maranello un successo che mancava da 58 anni. E lo hanno fatto al termine di una gara che, come di consueto, ha regalato emozioni e colpi di scena. E non è mancato il brivido finale che ha fatto vivere con il cuore in gola le ultime ore di gara ai tifosi della Ferrari. Già, perché dopo 23 ore di gara, quando la 499P numero #51 era in testa con un vantaggio di oltre tre minuti sulla Toyota numero #7, si è rischiata la clamorosa beffa.
A circa cinque ore dalla conclusione, quando Antonio Giovinazzi ha consegnato la vettura ad Alessandro Pier Guidi per effettuare il suo penultimo stint di gara infatti sul computer di bordo si è accesa una misteriosa spia rossa che segnalava un errore del sistema elettronico e che non permetteva alla Hypercar di ripartire. Dopo oltre 2 minuti la vettura era ancora ferma nella piazzola dei box con il motore spento che non ne voleva sapere di accendersi. Solo la prontezza e la competenza del 39enne piemontese hanno evitato che la splendida favola della Ferrari non si tramutasse in un dramma sportivo proprio quando si iniziava ad intravedere la storica impresa.
Pier Guidi, che oltre ad essere un espertissimo e navigato pilota vanta anche una laurea in ingegneria meccanica, ha infatti mantenuto la calma e risolto il problema. Il nativo di Tortona ha difatti eseguito la manovra per resettare e riavviare il sistema della 499P e, pur perdendo molto più tempo di quanto previsto, è riuscito a ripartire e rientrare in pista in prima posizione, seppur con un vantaggio molto più risicato rispetto all'inseguitrice Toyota, facendo tirare un grosso sospiro di sollievo a tutti coloro che pregustavano il successo della Rossa, compagni di squadra compresi. "Ho quasi avuto un infarto, ma Ale è un ingegnere e ha saputo gestire al meglio la situazione facendo un reset di sistema" ha difatti rivelato Antonio Giovinazzi al termine della gara riguardo all'imprevisto occorso alla Hypercar di Maranello nel finale della 24 Ore di Le Mans.
Quello però non è stato l'unico brivido vissuto da uomini e tifosi del Cavallino nell'ultima parte della leggendaria corsa del Mondiale Endurance. Già, perché sulla vettura della Ferrari anche nell'ultimo pit-stop prima di arrivare alla bandiera a scacchi si è ripresentato il problema verificatosi in precedenza e questa volta c'era il rischio di perdere tutto il vantaggio accumulato sulla Toyota fino a quel momento. Ma anche in quel caso ci ha pensato Alessandro Pier Guidi a risolvere la situazione con un'azione preventiva: "All'ultimo pit stop sono stato più veloce perché sapevo cosa aspettarmi, è successo di nuovo, ho fatto subito il reset e l'auto è partita. Sono stati attimi di tensione ma tutto è andato bene" ha difatti rivelato il pilota che si è poi tolto la soddisfazione di tagliare il traguardo in quella che per la Ferrari e il mondo del motorsport italiano è una gara già entrata nella leggenda.