La domanda di Leclerc a cui la Ferrari non ha voluto rispondere in Brasile: “Charles, non chiederlo”
"Qual è il giro più veloce?". La domanda che Charles Leclerc fa nel Team Radio Ferrari durante il Gran Premio del Brasile resta senza risposta. "Non chiederlo…" è la replica che gli viene sussurrata. Dal box del Cavallino non aggiungono altro perché a un certo punto, a guardare la sequenza delle rilevazioni cronometriche, è divenuto tutto così scontato e impressionante.
Tra il 60° e il 69° giro per ben 10 volte è stato Max Verstappen a registrare il tempo migliore, a testimonianza della superiorità mostruosa del campione che con la sua Red Bull s'è reso protagonista di una rimonta straordinaria, lasciando al britannico Lando Norris (rivale diretto per il titolo mondiale) le briciole di un 6° posto, l'amarezza e la frustrazione di aver visto (forse) sfumare proprio a Interlagos la possibilità di competere ancora per lo scettro iridato. L'olandese s'è perfino tolto lo sfizio di prendere in giro la stampa e quei detrattori d'Oltremanica (tra cui l'ex pilota Damon Hill) che lo avevano messo all'indice per la penalizzazione ricevuta in Messico a causa della sua guida.
Li ha messi a tacere tutti e quel "non chiederlo" giunto all'orecchio del monegasco (autore di un buona prestazione in chiave titolo Costruttori) è stato come un "lascia perdere" che vale una sentenza: per quanto Leclerc s'impegnasse per ottenere un buon tempo (1:21.631), non poteva esserci confronto con Verstappen che sull'asfalto è sembrato volare (1:20.472). Entrambi si sono stretti la mano e fatti i complimenti a fine gara. Un video che fa riferimento alla cooldown room post corsa è stata la testimonianza tangibile di quanto la stima manifestata fosse effettivamente reciproca e non di facciata.
L'unico pilota in grado di resistere allo strapotere dell'olandese è stato proprio il ferrarista, come ammesso dallo stesso Verstappen che, nel rivedere alcuni passaggi del Gran Premio ha ammesso: "Qui mi sono bloccato perché Charles è in realtà piuttosto bravo", dice indicando il monitor. È riuscito a tenergli testa e ne ha frenato la rincorsa al primo posto, almeno fino a quando la sorte e la bandiera rossa non gli hanno consentito di estrarre il più classico asso dalla manica: il jolly che ha ribaltato la mano a suo favore è stato sostituire le gomme intermedie senza effettuare il pit-stop (situazione che ha esacerbato l'animo di Norris) e ripartire in seconda posizione tra le Alpine di Ocon e Gasly che non si erano ancora fermati ai box.