La compagna di Luca Salvadori racconta il sogno fatto: “Tante volte ha voluto farmi capire che c’è”
Sono passati poco più di quattro mesi da quel tragico 14 settembre in cui Luca Salvadori perse tragicamente la vita durante una gara motociclistica a Lipsia e per Veronica Culcasi il tempo e lo spazio si sono fermati lì: troppo grande il dolore per la compagna del popolarissimo pilota e youtuber milanese, scomparso a 32 anni dopo essere stato travolto in seguito alla caduta di un altro concorrente. Amore, sguardi, carezze, progetti, sogni, la volontà di diventare madre con Luca, la gioia di alzarsi tutti i giorni vedendo i suoi occhi e il suo sorriso: tutto spazzato via in un maledetto pomeriggio. "Perché proprio a me?", si chiede Veronica, che non smette di sentire il suo compagno ancora al suo fianco: "Tante volte ha voluto farmi capire che lui c'è, una notte l'ho sognato in una grande stanza bianca dove mi sorrideva".
La compagna di Luca Salvadori: "Sono arrabbiata col destino, perché è toccato proprio a me?"
"Ho sempre sognato tanto. La prima cosa che facevo quando mi svegliavo la mattina era raccontarglielo. Oggi mi trovo alle prese con un amore che non può più essere concreto, per quanto lo possa sentire dentro di me. Sono arrabbiata col destino, perché è toccato proprio a me? Sto cercando di capire che non ci sono alternative, ma vivo una fase di negazione ancora molto forte. Con lui mi immaginavo un futuro concreto. L'idea di poterlo vivere con qualcun altro mi dà la nausea", risponde Veronica riguardo alla frase che spesso si dice per cercare di consolare qualcuno nella sua situazione, che si è giovani e si ha ancora tutta una vita davanti.
"Prima di incontrarlo non avevo mai pensato di mettere su famiglia. Ma quando conosci la persona giusta nascono desideri diversi. Con lui accanto per la prima volta mi ero immaginata madre – racconta Veronica al Corriere della Sera mentre pensa a com'era la sua vita fino a poco tempo fa e quanto freddo e buio percepisce ora – Come diceva lui, l'unica cosa che abbiamo sono i momenti, ma non avrei mai voluto scoprirlo così. Adesso la mia sfida sarà non vivere nel passato. Sarà un processo lungo, spero ci sia una via di uscita".
"Avrebbe smesso tra due anni, ma il tempo ha giocato un ruolo meschino"
Quel giorno lei non aveva accompagnato Luca per la gara a Lipsia. Ma a migliaia di chilometri di distanza avvertì qualcosa: "Lo seguivo sempre, ma quella volta in Germania no. Lui partì in macchina, un viaggio di 10 ore, e io non avevo modo di raggiungerlo per degli impegni lavorativi. Quando ci siamo salutati ero molto dispiaciuta ed ero più turbata del solito. Eravamo in simbiosi, ne ho avuto conferma il giorno dell'incidente. Quel sabato pomeriggio, mentre lui correva, ero a pranzo con una mia amica. Ho iniziato a sentirmi male, avevo brividi di freddo e nausea. L'ho salutata, sono tornata a casa precipitandomi in bagno. Poi ho tirato fuori il cellulare e mi sono messa a guardare un video in cui ci baciavamo. Lo volevo pubblicare sui social, ma ero dubbiosa perché era molto intimo, un momento nostro. Provavo grande gratitudine. ‘Quanto sono fortunata', mi ripetevo. Poi alle 16:30 ricevo una telefonata dal suo cellulare. Mi preoccupo, ci sentivamo sempre la sera, mai durante il giorno. Era il suo videomaker. ‘Luca ha avuto un incidente, non è cosciente'. Parto insieme al padre, ma non abbiamo fatto in tempo a salutarlo. Si era dato altri due anni e mezzo di corse, sapeva che avrebbe smesso, ma il tempo ha giocato un ruolo meschino".