La classifica del GP Australia è stata decisa a tavolino: ma non è Sainz il più danneggiato
La folle gara del Gran Premio d'Australia 2023 è destinata a rimanere nella storia della Formula 1 per due motivi: le tre bandiere rosse e, soprattutto, la decisione presa dalla Direzione di Gara in occasione dell'ultima sospensione che ha di fatto deciso a tavolino la classifica finale della corsa di Melbourne. L'ordine d'arrivo finale infatti è stato pesantemente condizionato dalla scelta fatta da Niels Wittich e dai Commissari F1 di far riprendere la gara per un ultimo giro dietro la safety car dopo il maxi incidente nella ripartenza precedente in cui ci sono stati vari contatti.
Mancando a quel punto una sola tornata alla conclusione della gara ed essendo quindi impossibile effettuare almeno un giro senza safety car, la Direzione di Gara avrebbe potuto dichiarare conclusa lì la corsa con l'ordine d'arrivo che, come prevede il regolamento sportivo della Formula 1, sarebbe stato deciso in base alla classifica del giro precedente, decretando come finali dunque le posizioni con cui si era ripreso il via dopo la seconda interruzione della giornata (quella dovuta all'incidente di Kevin Magnussen). Una soluzione che avrebbe reso comunque il risultato figlio di ciò che aveva detto la pista fino a quel momento.
E, invece, la Direzione di Gara e i Commissari F1 hanno deciso di far riprendere la gara per effettuare il 58° e ultimo giro dietro la safety car e comminare una penalità di cinque secondi al pilota della Ferrari Carlos Sainz ritenuto responsabile del contatto con l'Aston Martin di Fernando Alonso. Lo spagnolo ha quindi tagliato il traguardo in quarta posizione ma a causa della sanzione è finito addirittura 12° e fuori dalla zona punti (mostrando tutta la propria rabbia per questo nel post-gara), ma non è stato il pilota più penalizzato dalla decisione della Race Direction.
Quel giro effettuato dietro la safety car ha difatti estromesso dall'ordine d'arrivo entrambi gli alfieri dell'Alpine Esteban Ocon e Pierre Gasly che alla precedente ripartenza erano in zona punti e che in quell'occasione hanno avuto un incidente che ha compromesso pesantemente le loro monoposto non permettendo loro di riposizionarsi dietro la safety car per quell'ultima, inutile, tornata prima della bandiera a scacchi. Gasly era quinto e la penalità di Sainz gli avrebbe permesso di chiudere al quarto posto la gara, mentre Ocon era decimo e avrebbe quindi portato a casa un punto, ma la strana decisione presa dalla Direzione di Gara e i Commissari F1 ha di fatto cancellato quel risultato.
La caotica gestione del finale di gara del GP d'Australia non ha però scontentato solo la Ferrari e l'Alpine, ma anche la Haas che, facendo leva su un'altra interpretazione del regolamento, ha presentato un ricorso ufficiale contro la classifica finale della corsa di Melbourne della Formula 1. La scuderia americana non contesta infatti la decisione di far riprendere la gara per quell'ultimo giro dietro la safety car, bensì la decisione di far ripartire i piloti, ancora in gara, con le posizioni della classifica del giro precedente. Il team a stelle e strisce ritiene infatti che l'ordine di ripartenza dietro la safety car e, quindi quello finale, sarebbe dovuto essere quello del momento in cui è stata esposta la terza bandiera rossa della giornata, dunque quello che vedeva il suo pilota Nico Hulkenberg in quarta posizione alle spalle di Verstappen, Hamilton e Sainz e che, successivamente alla penalità comminata allo spagnolo del Cavallino, gli sarebbe valso il podio.
Dopo diverse ore dalla fine della gara dunque solo una cosa sembra essere certa: la decisione presa dalla Direzione di Gara e dai Commissari Formula 1 nel finale del GP d'Australia della Formula 1 2023 ha condizionato pesantemente la classifica finale di questo terzo round stagionale e ha scontentato tutti.