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John Elkann esalta i progressi fatti dalla Ferrari: “Guardate i nostri pit stop, lavoro di squadra”

Alla vigilia del GP d’Italia a Monza il presidente della Ferrari John Elkann fa il bilancio del lavoro fatto a Maranello in questa stagione. C’è del buono, ma non basta: “Soddisfatto di Binotto? No”.
A cura di Paolo Fiorenza
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C'è grande attesa a Monza per il GP d'Italia di Formula 1, che oggi vedrà la sfida per la pole, con le Ferrari reduci da un ottimo venerdì in cui hanno primeggiato nelle due sessioni di prove libere. Con Verstappen costretto a partire in griglia con cinque posizioni di penalità per aver smarcato un nuovo motore endotermico e il suo compagno di squadra alla Red Bull Perez ancora più dietro di ulteriori cinque piazzole, Charles Leclerc ha la grande occasione di tornare al successo, mentre Carlos Sainz dovrà fare gara di rimonta, avendo a sua volta utilizzato nuove componenti che gli impongono di partire dal fondo della griglia.

È chiaro tuttavia che dopo le premesse di inizio stagione, quando il Cavallino si era mostrato clamorosamente competitivo al livello più alto, i tifosi speravano che finalmente fosse arrivato il momento in cui si sarebbe lottato non per la vittoria in un singolo Gran Premio ma per il bersaglio grosso del Mondiale. Ed invece dopo lo scoppiettante inizio della Ferrari, la Red Bull ha ristabilito le gerarchie in maniera perentoria ed anche la Mercedes si è rifatta sotto colmando il gap iniziale. L'attuale classifica sia dei piloti che dei costruttori non lascia praticamente speranza: entrambi andranno ai detentori, Max Verstappen e la scuderia di Milton Keynes.

"La nostra macchina è nuovamente competitiva – spiega il presidente della Rossa John Elkann alla Gazzetta dello Sport – Dobbiamo avere l'umiltà e la consapevolezza di sapere dove siamo ora e il coraggio e la determinazione di migliorare. Certo, dopo i primi gran premi, sembrava lecito sognare, ma bisogna rimanere umili e far parlare i risultati".

Il numero uno della Ferrari elogia dunque la squadra per aver saputo finalmente risalire la china e riproporsi per lottare per la vittoria, ma fa capire che non basta ancora: "C'è fiducia e riconoscenza per il lavoro svolto da Mattia Binotto e dai nostri ingegneri. Ma non c'è dubbio che il lavoro a Maranello, ai box, al muretto e al volante ha bisogno di maturare. Dobbiamo continuare a crescere e questo vale per i meccanici, per gli ingegneri, per i piloti, e ovviamente per tutta la dirigenza, incluso il Team Principal. Lo abbiamo visto sull'affidabilità, sulla guida, sulla strategia… Ci sono ancora troppi errori".

Mattia Binotto è Team Principal della Ferrari dal 2016
Mattia Binotto è Team Principal della Ferrari dal 2016

E tuttavia Elkann ci tiene a snocciolare un dato che secondo lui testimonia la forza del team di Maranello, l'efficienza dei pit stop: "Dietro ai successi c'è un grande lavoro di squadra. Nello sport professionistico sono i dettagli a fare la differenza… Nel 2020 il 48% dei nostri pit stop era sotto i 3" per una media di 2"75. Nei primi 15 gran premi di quest'anno il 70% è sotto i 3" e la media è 2"6. Si tratta di un dato tangibile che testimonia la crescita del lavoro di squadra". Magari se ci fossero anche tutte le ruote sarebbe meglio, ma intanto si prende il buono che c'è.

A precisa domanda su Binotto, Elkann gli rifila bastone e carota, dicendosi poi sicuro che entro 4 anni la Ferrari tornerà a vincere il Mondiale di Formula 1: "Soddisfatto del Team Principal? Soddisfatto no, perché penso che si possa sempre far meglio. Ma credo che aver dato fiducia a Binotto e alla sua squadra sia stata la scelta giusta e ha pagato. Grazie a loro siamo tornati competitivi e vincenti. Se non sei competitivo non hai margini, mentre sull'affidabilità si può lavorare. Per questo sono fiducioso che di qui al 2026 la Ferrari tornerà a vincere un Mondiale Costruttori e un Mondiale Piloti. Ci riusciremo prima dei 20 anni di digiuno, visto che l'ultimo nostro Mondiale Piloti risale al 2007 e quello Costruttori al 2008. Abbiamo la fortuna di avere al volante due grandi piloti, probabilmente la coppia più forte della Formula 1".

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