Jean Alesi dopo il congedo del figlio Giuliano dalla Ferrari: “In F1 arrivi solo se sei miliardario”
Giuliano Alesi, figlio dell'ex pilota Ferrari Jean, lunedì si è congedato dall'Academy del Cavallino girando per la prima volta sulla pista di Fiorano con una F1 (la SF70-H del 2018). Il 21enne, dopo cinque anni (vi era entrato insieme a Charles Leclerc all'inizio del 2016) e cinque stagioni non esaltanti in GP3 prima e in Formula 2 poi lascia il programma giovanile della Scuderia di Maranello e tenterà di rilanciare la sua carriera di pilota ripartendo dal Giappone dove nel 2021 correrà nella Super Formula Lights (la Formula 3 giapponese).
Il papà Jean Alesi che ha investito molto sulla carriera di Giuliano, pur ringraziando la Ferrari per l'opportunità concessa al figlio, non ha preso bene la cosa criticando aspramente il fatto che per fare carriera nel campionato automobilistico più prestigioso al mondo ormai contano unicamente i soldi che porti o hai la possibilità di investire a discapito del talento: "Sono molto felice che mio figlio sia riuscito a guidare una Ferrari di Formula 1 – ha infatti esordito l'ex pilota del Cavallino –. Giuliano andrà ora a correre in Giappone, e sarà in pista sostanzialmente ogni weekend. Una cosa impossibile da fare in Europa, a meno che non si possa pagare una quantità esorbitante di denaro – ha aggiunto il francese –. Oggi se non sei miliardario al punto di poter comprare un team, non entrerai mai nel mondo della Formula 1. Molti sedili sono bloccati. Fortunatamente c’è la Ferrari – ha proseguito –, che oltre a fornire i motori dà qualche chance ai piloti. Mick Schumacher è entrato in F1 da campione di Formula 2, ma senza Maranello non ci sarebbe riuscito".
Per dare maggiore forza alla sua tesi Jean Alesi ha poi portato come esempio ciò che è accaduto lo scorso anno anno a Sergio Perez che pur essendosi dimostrato uno dei migliori piloti del Circus ha rischiato seriamente di restare senza un sedile per il Mondiale di Formula 1 2021: "Perez ha concluso il campionato quarto con 15 milioni di dollari di budget nel portafoglio, e sarebbe rimasto senza sedile non fosse stato per Red Bull – ha infatti evidenziato –. Questa situazione deve cambiare, non è possibile che Hamilton debba lottare come un pazzo per essere pagato quanto gli spetta, e che i giovani piloti debbano sborsare soldi per entrare nello show" – ha detto in conclusione facendo anche riferimento alla lunga querelle, ancora irrisolta, del rinnovo di contratto del sette volte campione del mondo con la Mercedes.