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Jean Alesi a Fanpage: “Leclerc straordinario ma deve rispettare la Ferrari, non si gioca da soli”

Jean Alesi, in un’intervista esclusiva rilasciata a Fanpage, ha ripercorso le principali tappe della sua carriera in Formula 1 fino alle vicende del Mondiale F1 2022: dalle scelte strategiche in Ferrari alle prospettive di Leclerc e Sainz.
A cura di Alessio Morra
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Jean Alesi da oltre trent'anni fa parte del mondo della Formula 1. Ha disputato oltre 200 Gp, ha vinto con la Ferrari, è salito sul podio 32 volte. Il francese ha avuto modo di vivere e attraversare diverse epoche: ha sfidato Senna e Prost, poi Schumacher. Oggi è ambasciatore della F1 e segue da vicino le vicende del Mondiale, con una particolare attenzione per la Ferrari. Non può essere altrimenti, considerato che Jean è in assoluto uno dei piloti più amati dai tifosi della Rossa.

Alesi ha rilasciato un'intervista a Fanpage.it in cui ha evocato i tempi gloriosi nei quali correva, ma ha parlato soprattutto della Formula 1 di oggi che, grazie anche al nuovo regolamento, sta battendo record su record in ogni angolo del mondo e si gode una nuova generazione di fenomeni. Da Verstappen a Leclerc, che Alesi ha definito: "Uno dei piloti più forti degli ultimi trent'anni". Secondo l'ex pilota la Ferrari è sulla strada giusta per arrivare a vincere il Mondiale, ma al momento la Red Bull è più squadra.

Jean, hai vissuto tante gare memorabili. Quella nella quale è stato svelato il tuo talento è il GP degli Stati Uniti del ’90, gara in cui hai lottato per la vittoria con Ayrton Senna.
"Questo rimarrà uno dei ricordi più belli della mia vita in Formula 1, qualcosa di unico. Era l’inizio del campionato del 1990. Stavo vivendo la mia prima stagione completa nel circus. Ero in una squadra che aveva una grande tradizione, la Tyrrell, ma era un piccolo team rapportato alla McLaren di Senna, il mio idolo. Gareggiare contro di lui è stato un momento fantastico, riuscì ad arrivare secondo. E ricordo benissimo che dopo la gara ci siamo fermati a parlare insieme ed è stato bellissimo".

Tu hai iniziato a correre in Formula 1 in un periodo in cui c’erano dei campioni straordinari. Com'era duellare con loro?
"Quella generazione era una generazione di piloti fortissimi, avevano carattere. I fenomeni erano quattro: Prost, Senna, Mansell, Piquet. Ma c’erano pure Patrese e Berger, che è stato mio compagno per tanti anni e siamo ancora molto amici. Non è facile essere amici tra piloti. Tutti avevano delle caratteristiche diverse e soprattutto avevano molta fame, vivevano per la Formula 1. Avere la possibilità di correre con questi mostri sacri era bello, sfidando i migliori sentivi di far parte del gruppo".

Dopo aver colto un fantastico 2° posto negli Stati Uniti, Alesi nel 1990 arriva secondo anche nel Gp Monaco, sempre alle spalle di Senna, che vincerà poi il titolo Mondiale.
Dopo aver colto un fantastico 2° posto negli Stati Uniti, Alesi nel 1990 arriva secondo anche nel Gp Monaco, sempre alle spalle di Senna, che vincerà poi il titolo Mondiale.

Quell’epoca è stata straordinaria, ma anche adesso la Formula 1 è ricca di talenti.
"Si, all’epoca era bellissimo. Però sai, la Formula 1 è sempre così. È fatta di generazioni e io ero in quella generazione. Oggi quando guardo le gare sono molto impressionato da questi ragazzi che guidano macchine che sono delle astronavi. La tecnologia è a livelli altissimi, c'è grande affidabilità e dietro a ogni pilota c’è una struttura forte. Tutto ciò esalta il talento dei piloti più bravi. Oggi comunque tante cose sono diverse: ad esempio i giudici che mettono le sanzioni, ai nostri tempi no".

Da quest’anno c’è anche un nuovo regolamento che ha reso più spettacolare ogni evento.
"È stato ben ideato. Durante l’inverno prima di vedere le macchine tutti dicevano che sarebbero state tutte uguali. Man mano che le vedevamo uscire scoprivamo auto totalmente diverse, con delle forme uniche. Ognuno ha scelto la sua filosofia macchina e finalmente ho visto delle macchine che sono diverse. Un tempo erano tutte uguali: una Red Bull se la coloravi di in rosso poteva essere una Ferrari".

Jean Alesi ha disputato 201 Gp in Formula 1, dal 1991 al 1995 ha corso per la Ferrari.
Jean Alesi ha disputato 201 Gp in Formula 1, dal 1991 al 1995 ha corso per la Ferrari.

E i piloti hanno più spazio per battagliare tra loro. Abbiamo visti tante splendide lotte, anche tra Verstappen e Leclerc.
"C’è spazio per le idee e per i piloti guidare questo tipo di vetture è stata una sorpresa. Sin dall’inizio hanno capito che possono fare le gare più vicini, lottano con gli altri senza avere problemi di aerodinamica. Si può dire che lo scopo di questo regolamento è stato raggiunto. Questo è bello per gli appassionati ed è bello anche per me che ho la fortuna di essere sempre in questo mondo in qualità di ambasciatore. Finora abbiamo avuto grandi duelli tra Verstappen e Leclerc. E non è finita".

Nelle ultime gare la Red Bull ha preso un vantaggio consistente sulla Ferrari, mentre Verstappen ha 80 punti in più di Leclerc. Il campionato è finito secondo te?
"Questo è uno sport molto imprevedibile. La Red Bull è molto avanti perché è una squadra collaudata. Hanno vinto il Mondiale l’anno scorso, sono molto compatti e anche nelle difficoltà riescono a trovare il meglio. La Ferrari si è presentata con una vettura fantastica, molto competitiva, ma è una squadra giovane e ogni tanto fa degli errori di strategia, o di valutazione. Ma la cosa fondamentale è avere la macchina e loro hanno una macchina forte. Occhio pure alla Mercedes che sta tornando. Con tre squadre diverse al vertice, con idee diverse, il campionato è molto bello".

Jean Alesi consegna a Charles Leclerc il 'rutoino' destinato all'autore della pole position.
Jean Alesi consegna a Charles Leclerc il ‘rutoino' destinato all'autore della pole position.

La Ferrari ha fatto qualche errore di strategia e ha penalizzato Leclerc. Ma almeno in un'occasione avrebbe potuto fare di testa sua?
"No. Leclerc secondo me fa parte di un ristretto gruppo di piloti straordinari. Lui è uno di quelli che più mi hanno impressionato negli ultimi trent’anni. Ma deve rispettare la squadra, che è straordinaria e sarà sempre forte se tutti lavorano insieme. Non si può giocare da soli, non c'è spazio per le individualità. Lo stesso vale nel calcio per Messi o Cristiano Ronaldo".

La Ferrari non ha definito delle gerarchie tra i piloti. Condividi questo tipo di filosofia o pensi sia meglio il modello Red Bull?
"Io credo che in Ferrari ci sia tanto equilibrio tra Sainz e Leclerc. In pista non c’è uno che sta massacrando l’altro. Avendo un campionato lunghissimo è meglio non avere una squadra che decida chi sia la prima e chi la seconda guida. So da amici che lavorano in Ferrari che le due macchine sono preparate alla stessa maniera. Il team cerca di aiutare i piloti e anche per il loro morale è meglio non fare delle differenze. Ti posso dire che in Ferrari non esisterà mai una prima e una seconda guida".

Hai corso cinque anni in Ferrari e non hai avuto la fortuna di avere una vettura competitiva. Poi sei andato via, è arrivato Schumacher ed è iniziato un decennio straordinario. Qualche rimpianto ce l’hai?
"Quando Schumacher è arrivato in Ferrari, la Ferrari ha preso tutto lo staff tecnico della Benetton e lo ha portato a Maranello. Non ho rimpianti perché questa è una di quelle situazioni che non puoi controllare. Gli anni che ho vissuto in Ferrari sono stati i più belli della mia carriera, sia emotivamente che sportivamente. Sono contento di quello che ho fatto".

Dopo aver vinto il Gp Canada 1995 Alesi rimase a piedi e prese un passaggio da Michael Schumacher.
Dopo aver vinto il Gp Canada 1995 Alesi rimase a piedi e prese un passaggio da Michael Schumacher.

La sicurezza ha fatto passi da gigante in Formula 1. Negli ultimi anni ci sono stati degli incidenti spaventosi e fortunatamente nessun pilota ha riportato conseguenze serie. Il risultato di un percorso partito da lontano.
"Sai, io nel 1994 ho vissuto l’incidente di Ratzenberger e la morte di Ayrton Senna. Quelli sono stati anni estremamente duri per noi piloti. Non avevamo paura ma avevamo bisogno di risposte. La Federazione all’epoca, da una gara all’altra, ha fatto dei cambiamenti in materia di sicurezza. Questo processo di cambiamento non si è mai fermato. Le Formula 1 del 2022 sono molto pesanti e di questo i piloti se ne sono lamentati. Ma sai perché sono pesanti? Perché ci sono le protezioni per il pilota e tanti crash-test. La sicurezza è la prima cosa. E poi va sottolineato anche il grande lavoro dei circuiti per la sicurezza. Penso alle vie di fuga che oggi sono completamente asfaltate, ad esempio. Anche loro fanno tutto per avere la massima sicurezza".

Nei classici dibattiti tra appassionati spesso ci si chiede: quanto conta davvero il pilota?
"Il pilota è il pilota, è molto importante, e lo si vede più volte di quello che si pensa. Guarda Lewis Hamilton, lui è sempre stato più forte del suo compagno di squadra. Il pilota conta tanto e conta anche nell’armonia con la squadra. Ci sono dei piloti che non riescono a creare il gruppo, ma ci sono anche quelli che lo fanno e fanno andare bene le cose. Il pilota è fondamentale. Non sono d’accordo quando sento dire che la macchina conta il 50% e il pilota l'altro 50? No, no, la macchina conta il 100% e il pilota il 100%".

Jean Alesi premia Max Verstappen, vincitore della Sprint Race di Imola.
Jean Alesi premia Max Verstappen, vincitore della Sprint Race di Imola.

Lewis Hamilton dove lo collochi nella storia della Formula 1?
"Non possiamo fare un confronto tra i big. Dobbiamo considerare che i piloti di oggi usano la tecnologia di oggi, mentre un pilota degli anni ’80 o degli anni ’90 aveva specifiche differenti. C'era un altro tipo di tecnologia, si guidava anche in modo differente. Quindi non possiamo fare dei paragoni. Hamilton è uno dei migliori di tutti i tempi e lo metterei al top dei piloti del momento insieme a Verstappen".

Al di là di regole e piloti, è un momento di grande popolarità per la Formula 1. 
"Quest’anno si stanno battendo tutti i record di audience in televisione e di spettatori sui circuiti. A Melbourne ci sono stati 400mila tifosi nel weekend, a Miami erano oltre 300mila, in Francia che normalmente è un po’ così così ci sono stati 200mila spettatori in tre giorni. Silverstone è stato un successo, Spa e Zandvoort sono sold out. La Formula 1 sta vivendo un momento incredibile".

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