Jacques Villeneuve sui titoli di Hamilton: “Senna e Schumacher hanno vinto con macchine più deboli”
Jacques Villeneuve è stato uno dei grandi protagonisti della Formula 1 degli anni '90 e 2000 e nonostante abbia vinto un titolo mondiale nel 1995 ha sempre faticato a togliersi l'etichetta di "figlio di", visto che suo padre era l’indimenticabile e mai dimenticato Gilles Villeneuve. In occasione del suo 50° compleanno l pilota canadese ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera e ha affrontato diversi argomenti. In merito al Mondiale 2021 ha affermato: "Tirato. La Red Bull ha una gran macchina, ma è abituata a stare davanti e si è fatta sorprendere in Bahrein, avevano la vittoria in tasca e sono riusciti a perdere. Anche Verstappen ha una pressione diversa, non può sbagliare".
Il giudizio sulle Ferrari è piuttosto aperto ("Meglio dell’anno scorso") ma sui due piloti del Cavallino ha una opinione bene precisa: "Per Charles (Leclerc, ndr) il vero pericolo è Sainz. Perché Carlos non è mai stato in una squadra così importante: si è costruito nel tempo, arriva con grinta ed esperienza, è abituato a confrontarsi con compagni veloci. È freddo, studia, può dare molto fastidio a Charles".
Sempre in tema di attualità, alla domanda se Lewis Hamilton sia più forte di Ayrton Senna e Michael Schumacher risponde in maniera analitica: "Non lo so. Michael e Ayrton hanno vinto con macchine che non dovevano vincere, in situazioni complicate, senza il sostegno del team. Lewis invece ha sempre dominato con il mezzo migliore e con l’appoggio interno. Bisognerebbe vederlo senza queste due condizioni".
Proprio in merito ai rapporti con Schumi, Jacques ne parla così:"Come a scuola, c’è sempre qualcuno con cui non andrai mai d’accordo. Era uno scontro fra lupi, lui era il lupo più forte. Da battere. Aggiungeva valore al titolo, tanto". Parlando del pilota tedesco ex Ferrari ricorda il duello Mondiale del 1997 a Jerez: "Michael, venendomi addosso, mi ha aiutato a vincere. Non posso essere arrabbiato".
Nel 2012 Jacques Villeneuve ha guidato la Ferrari 312 T4 del padre e ricorda così quel momento: "Stupendo. Mi sono immaginato lui che si sedeva dentro per la prima volta, guardando quella tecnologia avanzata per l’epoca. A me sembrava vecchia, pericolosa, per quanto fosse divertente da portare. Girando cercavo di capire che cosa passava nella testa di papà".
Sulla difficoltà di togliersi da dosso l’etichetta di ‘figlio di Gilles' ha dichiarato: "Gradualmente: prima con il successo a Indy, ma soprattutto con quello in F1. Finalmente hanno iniziato a vedere due persone, prima ne vedevano una sola".