Inquietanti ombre sulla prima power unit F1 fatta in casa da Red Bull: non tutto va come previsto
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Dopo aver vinto gli ultimi quattro titoli piloti con Max Verstappen ma aver perso la leadership tra i costruttori nel corso dell'ultima stagione, la Red Bull si presenta ai nastri di partenza del Mondiale di Formula 1 2025 come terza forza in griglia dietro McLaren e Ferrari.
Se con la RB21 i tecnici di Milton Keynes siano riusciti nuovamente a dare all'olandese (e al suo nuovo compagno di squadra Liam Lawson) la migliore monoposto del lotto lo dirà la pista, ma è certo che, per quanto visto nella seconda parte dello scorso campionato, il lavoro per Pierre Waché e i suoi uomini, rimasti orfani di Adrian Newey, sia stato molto più arduo di quanto avvenuto negli anni precedenti dove si partiva di base da una macchina dominante.
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Ma non sembra questo ad oggi il problema principale con cui la scuderia guidata da Christian Horner deve fare i conti. Per tutti i team di Formula 1 infatti il 2025, ultimo anno prima della rivoluzione tecnica, è un anno particolare in cui si deve per forza lavorare contemporaneamente su due fronti: sulla vettura con cui si correrà nell'imminente mondiale e su quella con cui invece si disputerà il primo campionato della nuova era della Formula 1.
Per la Red Bull però è ancora più particolare perché quello attuale sarà l'ultimo anno con la Honda come motorista, dal 2026 infatti il team austriaco produrrà da sé la power unit che spingerà le sue monoposto e quelle della squadra satellite, la Racing Bulls.
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E, stando alle indiscrezioni che circolano tra gli addetti ai lavori della Formula 1, sarebbe proprio quest'ultimo aspetto a preoccupare maggiormente la scuderia di Milton Keynes. Aleggiano infatti inquietanti ombre sulla prima power unit F1 fatta in casa da Red Bull Powertrains in collaborazione con il nuovo partner tecnico Ford.
Secondo quanto riporta infatti Paolo Filisetti nell'ultimo numero del magazine Autosprint circolano insistenti voci che danno per ora la power unit progettata e costruita internamente dalla Red Bull non al top sia a livello di performance che di affidabilità. Segnali tutt'altro che rassicuranti dunque quando si è ormai all'alba di una nuova era della Formula 1 in cui il motore, dopo la lunga fase di congelamento, tornerà ad essere ciò che farà la differenza.