Il weekend sregolato di Magnussen, 65 secondi di penalità e 5 punti sulla patente: “Me li merito”
Kevin Magnussen è un duro, è un pilota vecchio stampo, se vuoi superarlo ti devi impegnare. Perché con le buone o con le cattive lui non fa passare nessuno, o meglio cerca di non far passare nessuno. Già a Shanghai era andato oltre, ma a Miami ha superato sé stesso e tra sabato e domenica ha ricevuto la bellezza di sei penalità. Ha sommato così 65 secondi di penalità e ha perso altri cinque punti sulla patente, gliene restano solo due. Da Imola, come si direbbe nel gergo calcistico, entra in diffida e rischia di saltare per squalifica un Gran Premio, evento capitato solo due volte negli ultimi trent'anni.
Magnussen e il duello (inutile) con Hamilton nella Sprint Race
Il pilota danese contro Lewis Hamilton ha agitato ampiamente oltre il consentito, la sua gara Sprint l'aveva già danneggiata, ma ha finito per rovinare pure quella del pilota della Mercedes, che si è trovato davanti un Magnussen a tratti indisponente, lui dopo la gara ha detto di aver agito in quel modo per aiutare il compagno di squadra Hulkenberg e soprattutto ha detto: "Ho subito diverse sanzioni, ma erano tutte giuste". In 100 chilometri e appena 19 giri di Sprint Race ha subito quattro penalità, gli sono stati tolti tre punti sulla patente e ha subito nel complesso 35 secondi di penalità.
L'incidente tra Magnussen e Sargeant durante il GP di Miami
Il suo comportamento è stato antisportivo e ha portato anche a interrogarsi sulla bontà delle sanzioni, che di fatto non ha avuto un impatto sulla sua gara, che era già compromessa. Nel GP di Miami, disputato domenica scorsa e vinto da Lando Norris, Magnussen ha continuato a prendere sanzioni e penalità. Questa volta ha rovinato la gara di Logan Sargeant, l'unico pilota americano, cercando di sorpassarlo dove non poteva. Il danese lo ha spinto contro le barriere. Williams distrutta. Safety Car in pista e penalità di 10 secondi per aver causato un incidente, oltre a ulteriori due punti sulla penalità.
E non è finita qui. Perché quando è tornato ai box non ha cambiato le gomme, in regime di Safety Car. Questa volta l'errore però è ascrivibile alla squadra, ma cambia poco. Perché altri 20 secondi sono finiti sul groppone di Magnussen che quindi gliene sono stati inflitti più di 65 di secondi di penalità in due giorni. Pazzesco.
Magnussen rischia la squalifica per un GP in Formula 1
Quello che è peggio però sono i punti sulla patente persi, perché ai cinque che già gli erano stati tolti se ne sono aggiunti ulteriori cinque. E ora con 10 punti di penalità sulla patente a rischio squalifica, perché sono 12 i punti che i piloti hanno sul proprio ‘libretto'. Quindi dovesse subire un'altra penalità, magari già a Imola il prossimo 19 maggio, subirebbe un turno di squalifica. Nella storia della Formula 1 due piloti hanno dovuto incassare un turno di squalifica (Grosjean e Michael Schumacher), ma per vicende differenti. Perché in passato non esisteva la patente a punti.