Il vergognoso ordine del muretto Aston Martin a Jeddah: Stroll fa finta di non sentire
La seconda gara del Mondiale di Formula 1 2023 andata in scena sul circuito di Jeddah, oltre a certificare lo strapotere delle Red Bull di Verstappen e Perez (alla seconda doppietta su due corse disputate) e le difficoltà delle Ferrari di Sainz e di un esasperato Leclerc, ha confermato che l'Aston Martin è al momento la seconda forza in pista. Fernando Alonso è riuscito infatti a portare di nuovo sul podio la AMR23 (risultato prima tolto per una penalità comminata post-gara e poi restituito dagli stessi commissari FIA che hanno accolto il reclamo del team di Silverstone) che si è dimostrata ancora una volta efficientissima sia con gomme medie che con quelle dure. E lo ha fatto dovendo comunque scontare cinque secondi di penalità nel pit-stop (inflittagli per un errato posizionamento sulla griglia di partenza).
Tanti dunque gli elogi, meritatissimi, arrivati per la scuderia britannica al termine del GP dell'Arabia Saudita ma, nonostante ciò, non si può far a meno di evidenziare come l'Aston Martin, nella corsa di Jeddah, si sia resa protagonista anche di un brutto gesto antisportivo che solo il senso etico da pilota di Lance Stroll ha in parte nascosto.
Nel corso del 18° giro infatti la vettura del canadese ha accusato un grave problema ai freni costringendolo al ritiro. Nel momento in cui era ormai certo che non potesse continuare la gara dal muretto è arrivato l'ordine di fermare immediatamente la macchina. Il driver di Montreal a quel punto procedendo lentamente si stava correttamente dirigendo verso la via di fuga più vicina per parcheggiare la sua AMR23 in un punto del tracciato sicuro. Ma ecco che in radio l'Aston Martin impartisce un nuovo vergognoso ordine: "Stop on track", cioè "Fermala in pista".
In barba alle norme di sicurezza e mettendo in pericolo tutti gli altri piloti, compreso lo stesso Stroll, dunque si voleva sfruttare a proprio vantaggio il problema occorso alla vettura del canadese per costringere la Direzione di Gara a mandare in pista una safety car che avrebbe favorito l'altro alfiere del team, Fernando Alonso, che avrebbe quindi potuto scontare la penalità di cinque secondi comminatagli in precedenza ed effettuare il cambio gomme senza perdere posizioni in pista.
Di certo dunque un ordine di scuderia che andava contro le regole non scritte della Formula 1 ma anche, più in generale, dello sport. A rimediare parzialmente al vergognoso tentativo di speculazione dell'Aston Martin ci ha pensato lo stesso Lance Stroll, figlio del proprietario del team Lawrence, che ha fatto finta di non sentire quanto gli stavano comunicando in radio dal muretto e, rispettando il codice etico dei piloti, ha comunque proseguito il suo incedere andando a parcheggiare la sua macchina in un punto sicuro del circuito, impossibile da raggiungere per le altre vetture in pista.
Al di là del fatto che la Safety Car è poi stata mandata in pista lo stesso dalla Direzione di Gara (lasciando perplessi molti dati i precedenti in cui, in situazioni ben più pericolose per la sicurezza dei piloti come nella gara di Monza della passata stagione, si è optato per un regime di Virtual Safety Car) giustificando il tutto con il fatto che l'AMR23 numero #18 bloccava uno dei punti di accesso al tracciato per i mezzi di soccorso, e che Fernando Alonso ha meritatamente conquistato il secondo podio in due gare, nella storia di questo GP dell'Arabia Saudita non possono che restare impressi anche il cavalleresco gesto compiuto da Lance Stroll e, soprattutto, la disonorevole macchia di antisportività sul muretto dell'Aston Martin.