Il team radio di Verstappen svela la verità sulla Red Bull: “Max, mi sto stancando”
Le voci invernali che volevano la Ferrari 2023 più veloce di ben un secondo rispetto alla vettura dello scorso anno sono state amaramente sconfessate dalla prova della pista. La realtà è anzi decisamente peggio: non solo la SF-23 non sembra aver fatto passi in avanti importanti rispetto alla F1-75, ma nel Gran Premio d'esordio della nuova stagione di Formula 1 in Bahrain ha anche denunciato i problemi di affidabilità del motore che già l'avevano afflitta l'anno scorso e che sono costati il ritiro a Leclerc. Chi ride sempre è invece la Red Bull, che a Sakhir ha ripreso dove aveva finito, spazzando via la concorrenza.
La doppietta Verstappen-Perez dice molto ma non tutto sull'attuale dominio della scuderia austriaca. Quello che l'ordine d'arrivo non svela – e che deve spaventare ancora di più gli avversari – salta fuori da un team radio tra il campione del mondo e il suo ingegnere di pista, l'italo-britannico Gianpiero Lambiase. Lo scambio di battute avviene dopo il secondo pit-stop, quando le posizioni in pista sono ormai cristallizzate almeno per quanto riguarda l'uno-due della Red Bull, ed allora dal muretto arriva a Verstappen l'invito, che poi diventa preghiera, affinché vada più piano negli ultimi dieci giri della corsa, col chiaro intento di risparmiare il motore.
"Max, obiettivo 37.0" (inteso come tempo sul giro di 1.37.00), gli dice Lambiase, al che l'olandese risponde con una contro-richiesta che chiama in causa il compagno di squadra Perez che è alle sue spalle e del quale evidentemente non si fida: "Mmm… sono felice di farlo, ma solo se lo facciamo entrambi". Il suo ingegnere insiste, cercando di fargli capire che non corre alcun rischio: "Non c'è gara al momento, Max, dunque obiettivo 37.0 per favore". Passa un po' di tempo e Verstappen continua a spingere come un dannato, allora Lambiase lo ricontatta per fargli la stessa richiesta in maniera un po' più pressante: "Mi sto stancando di questo, per favore fallo".
Insomma nel finale del GP del Barhain la Red Bull ha rallentato per preservare la power unit Honda e così facendo ha anche ‘nascosto' il reale divario con le altre scuderie, che dunque va ben oltre i 38 secondi rifilati all'Aston Martin di Alonso e i 48 che si è beccata sul groppone la Ferrari di Sainz. Facendo due conti a spanne, non è dunque difficile quantificare in circa un secondo a giro l'attuale distacco della vettura del team di Milton Keynes dalle più immediate inseguitrici, in altre parole un abisso. Un dominio certificato anche dalla resa ottimale di tutte le mescole degli pnemautici Pirelli sulla Red Bull: Verstappen e Perez sono stati gli unici tra i quattro team di vertice a montare le gomme soft anche per il secondo stint di gara, non patendo alcun degrado a differenza degli altri, che sono stati costretti a mettere le dure.
Dal team radio di Max si deduce anche un'altra cosa: che il campione del mondo non è disposto ad abbassare la guardia nei confronti di nessuno, men che meno nei confronti di Checo Perez. Non fidarsi del proprio compagno di squadra non è il massimo, ma in Formula 1 si sa che è lui il primo avversario…