Il sogno di un bambino con paralisi cerebrale diventa realtà: pilota di Formula 1 grazie a Mazepin
Nikita Mazepin non ha esattamente la fama di essere il miglior pilota della Formula 1, per usare un eufemismo. Né i suoi comportamenti in pista, spesso improvvidi per la sua Haas ma anche per le altre vetture, gli hanno fatto guadagnare simpatie tra i suoi colleghi, in primis il compagno-rivale Mick Schumacher, col quale dà vita a duelli all'arma bianca il più delle volte seguiti da polemiche, l'ultima delle quali a Monza due settimane fa.
Ma il 22enne russo, confermato dalla Haas anche per la prossima stagione grazie al ricco finanziamento del padre alla scuderia statunitense, fuori dai circuiti dimostra di avere un cuore d'oro, come svela quanto accaduto nello scorso weekend in occasione del GP di Sochi. Approfittando del fatto che ha corso in casa, Mazepin ha accolto un ospite molto speciale nel suo box. Il pilota russo ha realizzato il sogno del piccolo Makar, un bambino con una malattia rara il cui desiderio era quello di diventare un pilota di Formula 1 per un giorno. Il driver della Haas ha dedicato parecchio tempo al suo ospite, accompagnandolo attraverso il paddock, mostrandogli il suo garage e sollevandolo lui stesso per metterlo in macchina. Una giornata davvero speciale per il piccolo Makar, la cui gioia traspariva da tutti i pori.
Ma Mazepin non si è fermato qui, avviando anche una campagna sui social network per raccogliere fondi per aiutare la ricerca su tutte le malattie legate alla paralisi cerebrale, patologia da cui è affetto il ragazzo. Un gesto meraviglioso che fa capire come spesso l'idea che abbiamo di uno sportivo – e che riflette quello che vediamo in pista o su un campo di gioco – non coincida assolutamente con la sua dimensione umana. Mazepin ha riempito il cuore dello sfortunato ragazzo di gioia, poi le cose in pista per lui, tanto per cambiare, non sono andate bene, come ha scritto su Instagram a corredo di un bellissimo video che racconta la giornata con Makar: "Non ho avuto la migliore delle giornate, ma almeno ho reso felice un bambino. Questo mette le cose in prospettiva". Difficile non essere d'accordo, caro Nikita.